Quantcast
Channel: Moda per principianti
Viewing all 333 articles
Browse latest View live

Collaborazione con Forme per me

$
0
0
Un post molto breve per aggiornarvi sugli ultimi sviluppi. È terminata la mia collaborazione con Forme per me.


Forse alcune di voi credevano io fossi una delle proprietarie del sito, ma io ero solo la consulente, e anche se abbiamo iniziato insieme abbiamo poi avuto visioni differenti di come sviluppare il progetto che non potevano che portare a una separazione. 


Il sito andrà avanti con un'altra Personal Shopper e con una collezione primaverile che io non ho ancora visto, vi invito a seguirne gli sviluppi come io li seguirò con voi. Auguro alle proprietarie tutto il successo possibile, e sono già pronta per nuovi progetti, uno dei quali a molto a che fare con il corso di Torino e ve ne parlerò al più presto.



Perché odio i leggings

$
0
0
Ho scritto molti post su questo capo di "abbigliamento", ma ancora credo che non sia del tutto chiara la mia posizione sui leggings. Io non li odio perché stanno bene solo a chi è magra (cosa tra l'altro errata dato che sono fantastici su una mela con tanta pancia), credo anzi che in alcuni casi siano utili e donino. Il problema è proprio questo, in alcuni casi, e non sempre.
Io odio l'abuso dei leggings. Il dosaggio, questo sconosciuto, che fa si che un cioccolatino ogni tanto non ci faccia ingrassare, e una birra ogni tanto non faccia di noi degli alcolizzati. Io odio il fatto di dover vedere leggings ovunque e in ogni occasione, che i negozi ne siano pieni e che ci siano persone che metterebbero leggings e maglione lungo sempre, per andare a fare la spesa e per andare a una festa di laurea. Non è colpa loro, i leggings sono la copertina di Linus del terzo millennio, una copertina pericolosa con cui si soffoca ogni possibilità di esplorare il proprio look ma anche il proprio corpo.
È una metamorfosi che inizia lentamente: "Vado in palestra e non sto a cambiarmi vado direttamente in leggings e maglietta, al lavoro tanto devo indossare il camice, posso restare in leggings e maglione, guiderò per 4 ore sto più comoda con i leggings, devo solo andare a fare la spesa mi lascio i leggings e infilo gli ugg."

Irene's Closet

Irene's Closet

E poi tutte le occasioni della vostra giornata diventano troppo poco eleganti per indossare qualcosa più di un paio di leggins: "Ma in università voglio stare comoda, ma è solo una pizza con le amiche, tanto al cinema nessuno vede cosa indosso, è sono una cena informale."

Irene's Closet

Irene's Closet

Alla fine vi ritrovate a chiedervi se potete mettere i leggings e top carino per andare a un matrimonio.

Imparo a Cucire Scuola di Moda Vezza

$
0
0
Vi avevo detto che stavano iniziando altri progetti e come sapete non riesco a stare con le mani in mano, così ho pensato che invece che continuare a farle scorrere sulla tastiera, queste mani, era il caso di insegnare loro qualcosa di nuovo. Non ho mai imparato a cucire, so rammendare e attaccare un bottone, e da ragazzina facevo grossi ricami a punto croce, ma imparare a fare un abito per me era pura fantascienza. 



Ci ho pensato per lungo tempo, non ho avuto nonne sarte o abili a cucire e le scuole di cui avevo sentito parlare avevano prezzi alti e orari per me impossibili. Ma a volte le cose capitano al momento giusto, mi hanno contattato Sara e Gretel, spiegandomi di che stavano aprendo una nuova scuola di moda e sartoria a Genova, succursale della più grande e famosa Scuola di Moda Vezza di Alessandria dove Sara insegna da 15 anni, e io mi sono innamorata subito del posto e della loro tecnica di insegnamento.




Il posto, potete vederlo voi stesse, è da cartolina, in Vico San Matteo, sopra i tetti di Genova, con vista sul campanile di San Lorenzo, vicinissima alla metro e a Piazza De Ferrari, ma lontana dai rumori del traffico cittadino. Le ristrutturazione dei locali sta per essere terminata, e come vedete dalle foto ha un sapore shabby che sta venendo fuori piano piano, e Sara ha un modo di insegnare che rende tutto semplice e ipnotizza rendendoti attentissima. Potete crederci, dato che in solo due ore ho imparato a fare un cartamodello per una gonna a ruota, imbastirlo, e iniziare a cucirlo a macchina. Sto imparando molto anche sulle stoffe e presto vi aggiornerò su tutti i miei progressi. La magia di creare un capo apposta per te è davvero impagabile.




Al momento però invito tutte le mie lettrici genovesi a venire Sabato prossimo 22 febbraio, ad assistere ad una lezione dimostrativa, Sara mostrerà come creare un abito anni 50 a godet, a partire dal cartamodello all'imbastitura, e al cucito. Userà me come cavia, non per farmi cucire (o durerebbe 20 ore anziché 2), ma per prendermi le misure e farmi provare l'abito imbastito.



Ci vediamo alle 15:30 in Vico San Matteo 2 interno 45, al 6 piano (c'è l'ascensore). Per informazioni sui corsi, orari e iscrizioni trovate tutto sul blogScuola di Moda Vezza Genova o sulla sua pagina Facebook, io frequenterò le lezioni al sabato, ma ci sono anche orari infrasettimanali, sia al pomeriggio che alla mattina che in pausa pranzo per chi ha il tempo di fare una fuga alla macchina da cucire e dimenticare il lavoro.


Oltre alla lezione dimostrativa, in cui spero di incontrarvi, ci sarà poi nelle settimane a seguire una festicciola per l'inaugurazione, vi terrò aggiornate quando sarò sicura delle date. Non vedo l'ora di parlarvi delle mie lezioni e di mostrarvi la mia gonna, che per ora sta riposando appesa, perché ho imparato che il tessuto si modifica ed è meglio aspettare una settimana prima di fare l'orlo.

Cosa comprare da Esprit

$
0
0
Dato che l'anno scorso vi erano piaciuti molto i miei post su cosa comprare e cosa non comprare da Zara e Promod, ho deciso di parlarvi di un altro marchio. Non conoscevo molto bene Esprit, se non per la sua presenza alla Rinascente (che lo fa spiccare in mezzo a altri marchi molto più da signora, a Genova purtroppo è così), e il weekend scorso ha attirato l'attenzione per un particolare importante: Jeans svasati. Dopo tanti marchi che propongono 105 modelli differenti di skinny e forse mezzo bootcut che tendenzialmente in negozi nemmeno ordinano, mi ha dato un po' di speranza vedere che c'erano invece 4 modelli svasati o a gamba larga differenti. Così ho dato un'occhiata allo shopping on line, e ho trovato tantissimi altri svasati a prezzi convenienti.

Dopo essermi persa tra i vari jeans, facendomi anche venire voglia di provare quello bianco, sono ovviamente passata a vedere vestiti e gonne e ho deciso di fare una piccola selezione per voi scegliendo un abito per ogni forma del corpo, e anche per le variazioni più sostanziali. Per me ovviamente ho scelto un modello anni 50, ma anche la fantasia dell'abito dritto per la rettangolo mi intriga molto, c'è anche in un'altro modello.

Esprit

Esprit

Le gonne le ho divise invece per famiglie, a seconda dei vantaggi che portano a ciascun fisico. La gonna in pizzo a tubo l'avete anche già vista indossata da Coffee Blooms, e quanto sia adatta a enfatizzare i fianchi.

Esprit

Voi avete mai comprato questa marca? Io aspetto che arrivi tutta la collezione primaverile per fare un'altro giro e valutare se ampliare la mia collezione di jeans (che ora conta addirittura due modelli) o farmi come al solito tentare da un vestito.

Il corpo per la pubblicità

$
0
0
Ci sono argomenti che prendo molto sul serio, per i quali mi infervoro e che considero molto importanti. Io ho iniziato questo blog sperando di riuscire ad aiutare una me stessa di quindici vent'anni fa, farle capire che se i fianchi larghi non sono una colpa e che le gonne svasate le donerebbero di più delle mini di jeans. Scrivo per tutte le età, ma in special modo scrivo per sconfiggere quella sensazione di inadeguatezza che provavo, che le riviste, le amiche e i commenti degli altri ti costringono a provare.





Continuo a combattere i mulini a vento, ne sono consapevole. Quando le riviste considerate i guru della moda schedano tutte le donne over 44 definendole curvy, come se non fossero normali, e quelle normali fossero solo le taglie 40, come se avessimo bisogno di essere divise da barricate, c'è poco che un blog medio piccolo con i suoi 11mila lettori al giorno possa fare. Quando è ancora considerato giusto che chiunque abbia il diritto di "spronare" una persona in sovrappeso criticando la sua vita, come si può combattere il bullismo, si fa i bulli anche a 40 anni con la vicina di scrivania.
Quando il corpo delle donne è usato nella pubblicità, per vendere tutto, auto, colla, birra, e carne (di mucca, non umana come la foto suggerisce), e viene riproposto a pezzi, esposto a violenza e incitando violenza ci dobbiamo poi stupire se le donne vengono picchiate e violentate con la frequenza in cui accade?




Purtroppo non ricordo dove l'ho letto, ma uno studio paragonava l'immagine della donna che vieni proposta adesso a quella degli schivi. Gli schiavi non erano persone, erano cose, oggetti che venivano venduti e comprati, con un proprietario. Se una cosa è una puoi farne ciò che vuoi no? Puoi romperla e maltrattarla.
Se il corpo delle donne nella pubblicità vine trasformato in cose, una birra, un'animale, un posacenere o una palla da biliardo cosa ti fermerà da considerarla una cosa, o una tua cosa se è la tua fidanzata/moglie?





Qual'e poi la prima umiliazione che si faceva a un prigioniero? Che ci siamo tanto giustamente scandalizzati a vedere accadere ancora in un campo di profughi a Lampedusa? Lo si spogliava. E lui doveva stare nudo mentre i carcerieri erano vestiti. Cosa c'è di diverso con le pubblicità ora presentate?



Non vendono più un prodotto, vendono un'idea. Un'idea sbagliata!


You tube: Collant e Leggings per la Donna a Pera

$
0
0
Eccoci finalmente arrivati all'ultimo video per la Donna a Pera, spero che questi video abbiano chiarito tutti i dubbi che potevano esservi rimasti, ma in caso contrario scrivetemi nei commenti.
Dal prossimo video inizieremo già con la Donna a Mela, ho deciso infatti di non seguire il solito ordine ma di trattare le forme in base alla percentuale di donne che ne sono rappresentate, in italia la prima è di sicuro la Pera ma la Mela è senz'altro la seconda. Spero in questo modo di riuscire ad accontentare il numero maggiore di voi. In ogni caso i video saranno alternati di modo da non far aspettare troppo ogni forma.



Ma passiamo subito a parlare di collant e leggings per la Donna a Pera, chi segue il blog già da un po' saprà già quali cosa scegliere che doni di più alla sua forma del corpo, ma ho cercato di analizzare un poco anche la questione leggings. Non dimenticate che avevo già trattato l'abbinamento tra le calze e tutti i tipi di scarpe in questa serie di post.



Come sempre tutto ciò che indosso nel video è stato da me acquistato, e in questo caso una camicetta presa da Diffusione Tessile qualche anno fa, tutti i capi che vedete scorrere nel video sono stati presi su polyvore e come al solito non ho idea delle marche né dei prezzi, ma se andate sul sito dovreste trovarli.


Presentazione Libro a Torino

$
0
0
Finalmente posso darvi un'altra bella notizia. Sono riuscita ad organizzare la mia prima presentazione del mio libro Cosa mi metto? a Torino, approfittando del weekend in cui sarò in quella bellissima città a tenere il mio Corso.


Così, se la presentazione che vi ho fatto tramite youtube non vi è bastata, o volete solo fare un salto a salutarmi, sarò alla Feltrinelli di piazza C.L.N., il 7 Marzo alle ore 18:00. A presentarmi ci sarà Maurizia, Personal Shopper e blogger di Torino Style, che conosce tutti i negozi di Torino e con la quale spero di potermi fare un giro nel pomeriggio a caccia di novità.

Torino Style

Spero di conoscere molte delle mie lettrici torinesi, anche chi non ha tempo per venire al corso il giorno seguente, magari riuscirà a fare un salto alla Feltrinelli Venerdì sera. Non vedo lo'ora di arrivare anche perchè sto già pregustando i deliziosi Macarons al lampone di Piazza Castello.



Esercizi di autostima

$
0
0
Lo sappiamo bene, noi donne siamo le nostre più grandi nemiche, passiamo la vita a criticare i nostri difetti e ad inventarcene di nuovi, a minimizzare i nostri successi e a deprezzare le nostre capacità. Più donne incontro, ai corsi, via mail o anche solo nella mia vita off-blog, più mi si sta formando la convinzione che la superbia sia un vizio prevalentemente maschile, e solo una donna su cento si stimi e si tratti meglio di quanto vale. Le restanti 99 perdono tanto tempo a dire quanto sono ingrassate, o quanto poco sono brave a fare qualunque cosa. Non si tratta solo di mania di perfezionismo, si tratta più che altro di paura che gli altri si aspettino troppo da noi, o anche solo un criticarsi per prevenire le potenziali critiche altrui.

media-cache

Se fatto una volta ogni tanto può anche essere un meccanismo di difesa accettabile, ma se adottato costantemente elimina ogni possibilità alla nostra autostima di crescere, e ancora peggio cambia l'opinione che gli altri si fanno di noi. Se vi presentano una donna, carina e capace, che però passa il tempo a dire che è un barilotto e che sì, ci capisce qualcosa, ma di certo non è brava come le colleghe, la sua idea di se stessa vi convincerà, chi meglio di lei può saperle la verità, no?
Se vi capita troppo spesso di indugiare in questo atteggiamento ho qualche proposta da farvi per limitare i danni:
  • Quando vi fanno un complimento l'unica cosa da dire è "Grazie" tutte le altre parole sono inutili da "Ma no, cosa dici che sono ingrassata" a "Ma no, è merito dei pantaloni neri/tacchi/leggings push up."
  • Quando dovete dire una cosa positiva di voi non iniziate con una negativa, la gente non darà alcun credito alle vostre parole, "Io di mobili non capisco niente, ma quelli di mia nonna sembrano solo vecchi non antichi" non c'è bisogno della premessa "I mobili di mia nonna sembrano solo vecchi non antichi"è la stessa frase, ma positiva. C'è chi usa questa premessa anche in campi in cui è preparata, e la usa per paura che qualcuno la contraddica, ma automaticamente svilisce tutte le sue capacità.
  • Per i momenti in cui vi ritrovate ad alta voce a dire: "Ah, ma io sono sempre un disastro/ma io sono un botolo/ma ho dei capelli terribili e faccio schifo" vi prescrivo un compito a casa. Per ogni "scomplimento" dovete farvi un complimento, e non vale se resta nella vostra testa, bisogna dirselo ad alta voce o scriverlo. Può essere una cosa semplice: "Ho delle belle mani""Sì è vero che i capelli sono terribili, ma in realtà a quasi 60 anni sono ancora tutti neri tranne qualche filo grigio sulle tempie"
carolinegault

È importante coccolarci e trattarci bene, perché critiche, estetiche e non piovono da ogni parte a volte dalle parole di un collega o un compagno, altre da immagini pubblicitarie, e siamo noi a dover costruire la nostra corazza di modo che solo le critiche utili penetrino, mentre il commento su quanto poco o troppo mangiamo o sul colore del nostro ombretto rimbalzi e non ci ferisca.

carolinegault



Come abbinare la gonna a ruota

$
0
0
Prima di passare agli abbinamenti vorrei precisare che nella famiglia delle gonne a ruota  io considero sia le gonne davvero a ruota, quindi realizzate da una porzione di tessuto a ruota, che quelle la cui ruota è interrotta da qualche piega. Tutte le gonne insomma che sono a vita alta, il cui tessuto scende a campana.
Il modello invernale di solito è abbastanza elegante, e arriva più o meno al ginocchio, poco sopra o poco sotto, ciò non vuol dire che non possa essere indossata di giorno, o adattata a stili meno bon ton.

La gonna a ruota é il capo preferito della donna a pera, perché ne evidenzia tutti i pregi, ma vedremo prima le regole generali per creare gli abbinamenti. Queste regole andranno ovviamente adattate a seconda della forma del corpo, ma questo lo vedremo dettagliatamente nel prossimo post.

Si potrà andare sul sicuro scegliendo di abbinarci un collo alto, o un semplice maglione rasato, l'importante è che il tessuto sia sottile per poterlo infilare dentro e mantenere il punto vita ben evidente. Se sceglie un blusa meglio se morbida e dritta ma infilata dentro, solo leggerissimamente rimbolsata sopra. Anche una maglietta molto aderente va bene ma da scartare le camicette dato che potrebbero risultare troppo rigide da infilare dentro. Se sono avvitate vanno bene solo se la gonna termina proprio nel punto più stretto della camicia, ma meglio sovrapporre un cardigan o un maglione (che non potrete a questo punto mettere dentro). Se scegliete la blusa o la camicia infatti il maglione che andrete a mettere sopra è fondamentale che non sia troppo lungo, se è un cardigan andrà bene anche un palmo più sotto della vita, ma se un maglione meglio se non scende più di 2 dita sotto il punto vita. Se invece indossate una maglietta sottile oltre a cardigan e maglione sopra citati va bene anche il maglione infilato dentro.
Dato che la gonna a ruota è solitamente al ginocchio quasi ogni tipo di scarpe da gonna possono essere abbinate, gli stivali senza tacco che arrivano al ginocchio sono sicuramente la scelta più sicura e comoda, ma le francesine sono anche un'ottimo abbinamento, teniamo le décolleté per la sera, ma anche le ballerine possono essere utilizzate, specie se la gonna non è sotto al ginocchio, ma attenzione alla camminata, le ballerine tendono a farvi camminare con il piede in fuori. Da scartare come al solito gli ankle boots bassi e larghi, e le oxford shoes, per le più modaiole un ankle boot col tacco può essere concesso, ma solo se tagliato sotto al malleolo.
Su una gonna del genere è importante avere un soprabito svasato, meglio se arriva sotto l'orlo della gonna ma senza essere fiscali, l'importante è che raggiunga metà coscia. Se invece pensate a qualcosa di più corto meglio se davvero corto, come un giubbotto in pelle o una mantella, ed è comunque più difficile che si accosti bene alla gonna. Abbinare un blazer a una gonna a ruota è quasi impossibile, faranno "interferenza" in ogni caso perchè mentre li è vaporosa e in fuori il blazer cerca di scendere dritto lungo i fianchi, giusto se è corto e non supera l'ombelico che di poco ha qualche chance, ma ottenere un bell'effetto non è in ogni caso semplice.

Lezione Dimostrativa Scuola di Moda Vezza

$
0
0
Se la mia prima lezione di cucito già mi aveva totalmente affascinato assistere alla lezione dimostrativa mi ha ancora più fatto diventare ansiosa di imparare il più possibile e di ammirare il metodo di insegnamento di Sara e della Scuola di Moda Vezza. La lezione era programmata come già sapere per sabato scorso, ed io ho pensato bene di lasciarmi colpire dall'influenza, certo che però, dato che l'abito anni 50 con gonna a godet sarebbe stato fatto sulle mie misure non potevo mancare. Così sono stata una modella-testimonial leggermente febbricitante e con il naso di un bel fucsia scuro, per fortuna in tinta con la stoffa per l'abito.

scuola moda vezza genova

La giornata era stupenda, quei sabato di febbraio in cui Genova diventa primaverile, e l'Aurelia diventa un serpente di macchine, ansiose di mangiare la focaccia sui gradini di Camogli. Il sole entrava dalle finestre ma le spesse tende arancioni (ovviamente cucite dalle insegnati) ci difendevano piuttosto bene anche se ci ha consolato pensare che nella stagione estiva potremmo usufruire dell'aria condizionata.

scuola moda vezza genova

scuola moda vezza genova

Tutte le signore e le ragazze che erano venute osservavano attentamente Sara che modellava la carta velina per realizzare il cartamodello. Le mie misure erano infatti servite per creare un mio manichino cartaceo, praticamente la mia forma diventata bidimensionale (con i miei bei fianconi larghi), che è servita a Sara per costruire il cartamodello di quel preciso abito con più rapidità. 

scuola moda vezza genova

scuola moda vezza genova

L'abito ha così preso forma su carta, e poi su stoffa, mentre le osservatrici sempre più interessate facevo domande sui vari passaggi. Un gruppo era molto affascinato dalla realizzazione del cartamodello quindi Sara sta anche valutando se si potrà realizzare un corso specifico su questo, se qualcuna di voi fosse interessata non si tiri indietro, anche se le modalità sono ancora da definire. Al momento di imbastire anche io, previdentemente munita di pochette piena di fazzoletti di carta, mi sono data da fare per velocizzare il lavoro, e alla fine siamo riuscite in solo due ore ad avere l'abito imbastito di modo da farmelo misurare, sopra il vestito, dato che il mio naso iniziava a tremare pronto a scattare in uno starnuto.

scuola moda vezza genova

scuola moda vezza genova

La cosa più bella però è stata poter fare questa lezione anche con delle amiche, ed avere la speranza con le stesse amiche di proseguire il mio corso il sabato. Cosa c'è di meglio che fare una cosa che si ama con le amiche più care, e trovare finalmente un po' di tempo per stare insieme addirittura creando qualcosa?

scuola moda vezza genova

Le lezioni alla scuola di Moda Vezza di Genova sono cominciate ufficialmente ieri, e ma chiunque può iniziare quando preferisce. Io vi continuerò ad aggiornare con i miei progressi, anche perché ora oltre a una gonna a ruota rossa da finire ho anche un abito anni 50.


Abbinare la gonna a ruota se sei una Donna a Pera

$
0
0
Uno dei miei New Years resolution è: fare post più brevi, ma dato che frenare la mia logorrea non mi riesce ho deciso semplicemente di fare più post sullo stesso argomento. Così oggi, dopo aver visto le regole generali per l'abbinamento della gonna a ruota, possiamo concentrarci su come creare gli abbinamenti a seconda della forma del corpo a partire dalla Pera.


Una Donna a Pera è facilitata con gli abbinamenti per questa gonna, l'importante è che mantenga il punto vita ben segnato e scelga colori più chiari e vivaci per il torace.


Il collo alto è sicuramente il migliore per accrescere le dimensioni del seno e del torace. Ma anche una maglietta a brachetta con un cardigan corto sono perfetti sul suo fisico.
Un po' di tacco sicuramente aiuta ma anche solo scegliere collante scarpe dello stesso colore è sufficiente.



Dato che tutte le regole generali che ho dato per gli abbinamenti della gonna a ruota si applicano bene alla donna a pera, invece che ripeterli preferisco mostrarveli su una fashion blogger che ha proprio questa forma Federica di Le Freaks.

le Freaks

le Freaks

le Freaks

le Freaks


You are good enough

$
0
0
Da quando il mio inglese è migliorato miracolosamente (avessi potuto al liceo vedere Dawson's Creek in lingua originale in contemporanee con gli usa...) sto finalmente leggendo i blog stranieri che prima sfogliavo soltanto e in queste mie letture in equilibrio sull'autobus ho scoperto due progetti che mi hanno affascinato.

Il primo è il progetto: You are good enough, (tu sei brava abbastanza). L'ho scoperto grazie a una blogger australiana che leggo da anni The Clueless Girl's Guide. Il progetto è stato creato da Ebonnie e vi ricopio e traduco parte di ciò che l'ha spinta a creare questo progetto:

you arre good enought

you arre good enought

I started You Are Good Enough after I started to suffer from depression, I would go online and all I could seem to find were pictures and blogs about never being perfect, never being beautiful, never being good enough and it drove me deeper and deeper down into that black hole, and then one day I woke up.
Ho iniziato Tu sei Brava Abbastanza dopo che ho iniziato a soffrire di depressione. Andavo on line e tutto che mi sembrava di trovare erano foto e blog sul non essere mai perfetti,  non essere mai belli, non essere bravi abbastanza e questo mi portava sempre più giù in quel buco nero, e un giorno mi sono svegliata.

you arre good enought

you arre good enought


I realized that none of that is true, and that for the sake of the girls and guys who run those sorts of blogs, and for the sake of the girls and guys who read them, there had to be something positive out there as well, so I created You Are Good Enough Tumblr, in order to help me out of my depression, and hopefully will help others as well.
Ho realizzato che niente di tutto ciò è ero, e che per il bene delle ragazze e dei ragazzi che hanno questo tipo di blog, e per il bene dei ragazzi e delle ragazze che li leggono, doveva esserci qualcosa di positivo là fuori allo stesso tempo, così hai creato il mio "Tu sei Brava Abbastanza" Tumblr, per aiutarmi a uscire dalla depressione e spero aiutare anche altri allo stesso modo.

you arre good enought

you arre good enought

Questo progetto mi è piaciuto per la sua semplicità e immediatezza. In un attimo il messaggio giunge forte e chiaro attraverso una foto, ed è un messaggio diretto a chiunque la guardi, ma anche a chi sta facendo la foto. Come se noi stesse cercassimo finalmente di scacciare quella brutta voce che abbiamo dentro che svilisce tutto ciò che facciamo, e fossimo finalmente più forti di lei.


I'm Good Enough, and You are Good Enough!


Abbinare la gonna a ruota se sei una Donna a Triangolo Invertito

$
0
0
Dato che la Gonna a ruotaè il modello più adatto sua forma speculare per la Triangolo Invertito avrà più difficoltà ad indossarla anche se non è un modello completamente sbagliato per lei.


Per non aumentare ulteriormente le sproporzioni consiglio di abbinarla con qualcosa di aderente sopra, possibilmente scuro, e scartare le calze di colori più scuri a meno che non siano velate. In questo modo agiremo immediatamente ad evitare due problemi sia sollevando il seno di modo che la gonna a vita alta non accorci troppo il torace, aumentando il volume delle gambe le gambe che a contrasto con la gonna sarebbero troppo piccole. Calze lavorate o anche solo di lana lisce sono un ottimo modo per aggiungere colore se per forza vi dovete orientare sul nero. Una scarpa bassa di colore diverso o uno stivale più morbido anche aiuteranno a non allungare e sfinare eccessivamente le gambe


Per il torace scegliete quindi un top scollato e un cardigan un palmo sotto il bordo della gonna, oppure una blusa infilata dentro di media morbidezza ma di un colore tono su tono rispetto alla gonna, aumentiamo già il volume ai fianchi con la ruota, cerchiamo di non spezzare troppo la figura.


Una blogger a Triangolo Invertito che ci mostra come abbinare la Gonna a Ruota è Alessia di The chilicool. Oltre a scegliere calze più lavorate e scarpe che spezzino la figura abbina top sempre più scuri della gonna. Utilizza però un altro abbinamento ce sopra non ho nominato che è quello di scegliere un capo lungo dritto che smorzi la gonna a ruota e la renda meno ampia. È una tecnica che funziona solo se il capo è dritto, se è avvitato non risce a schiacciare la gonne (come vedete dalle foto), ma eseguita con un capo dritto la consiglio molto di più a una rettangolo perché su una donna con tanto seno.

The Chilicool


The Chilicool


The Chilicool


The Chilicool


The Chilicool

Abbinare la gonna a ruota se sei una Donna a Rettangolo

$
0
0
Le donne a Rettangolo e la gonna a ruota non vanno tanto d'accordo, non demoralizzatevi, essendo una gonna che dona alle più fiancose, su di loro rischia di pendere senza molta vita. Nonostante ciò siamo abituate a vederla su questo tipo di fisico dato che è quello delle modelle, e quindi ci può venire voglia di indossarla lo stesso.


Per evitare un effetto tenda si possono adottare diverse tecniche:

Dove i fianchi mancano andiamo ad aumentarli artificialmente con una sottogonna che la mantenga sollevata, in questo caso è meglio abbinarla bluse o maglioncini aderenti infilati dentro, meglio se di un colore chiaro, almeno di un colore più chiaro o tono su tono con la gonna. Scegliere come per la triangolo invertito collant colorati, lavorati o velati, per non rischiare di snellire troppo le gambe con il collant scuro, massima libertà con le scarpe.


L'altra opzione è posizionare la gonna più in basso, prendendo una taglia più grande di quella della vita, abbinandola a una maglia che ne copra il bordo, anche un po' morbida. Oppure come faceva Alessia nel post precedente, con una maglia più lunga che smorzi il volume della gonna a ruota.


Roberta di Coffee Blooms, ci mostra uno dei due modi per abbinarla e dato che non è semplice trovare donne a rettangolo che indossano questa gonna, ho scelto di mostrarvi outfit anche di Wendy di Wendy's Lookbook e di Anh di 9to5chic.

Coffee Blooms

Wendy's Lookbook

9to5chic

9to5chic

No Body Shame Campaign

$
0
0
Dopo il progetto You are good enought un secondo mi ha colpito anche di più. Ne ha già scritto Marged su Diva delle Curve, ma vi invito a leggere direttamente la storia di Whitney sul suo blog No Body Shame Campaign, è lunga ma ne vale la pena, vi racconterò ciò che più mi ha colpito. Prima di farlo però vorrei chiedervi una cosa, chi non ha altro da commentare riguardo, a questo argomento, se non "eh però le persone grasse devono dimagrire per la salute"è invitato ad astenersi dal commentare, liberissimo di pensarla in questo modo ma vorrei trattare l'argomento bullismo e l'argomento vergogna, quindi se la pensate diversamente da me va benissimo ma vi invito ad andare oltre. Potete sfogarvi sull'argomento "salute" sui seguenti post, Non giudicare il corpoL'abito che ti ama"Mangio un sacco e resto Magra" se non l'avete già fatto. Qui cerchiamo di andare oltre, avrete pur altri argomenti oltre alla salute?



La campagna No Body Shame di Whitney mostra un video si intitola apposta "A fat girl dancing". Apposta. Anche per riappropriarsi della parola "grassa", ma quello che mi ha colpito è la sua storia, una storia fatta di vergogna provata per se stessa, e di chiedere scusa per il suo aspetto. A un certo punto però ha detto basta, e vi riporto l'episodio che ha iniziato a farle capire che essere grassa non la faceva automaticamente essere una colpa.


[Whitney mostra una sua foto di quando aveva 10 anni, una ragazzina magra che si copre il costume con una maglietta]
Of course, I have a t-shirt draped over my body because I was ashamed. Ashamed at 10 years old. Ashamed to be existing in my perfectly healthy, thin by all standards -including the BMI- body. Ashamed to have to wear a swimsuit to compete in a sport I loved. Where did this shame originate? The only answer I can come up with is my peers, and more specifically, my male peers.
I carried that shame with me when I was 10. [...]I carried it when I was 18, getting my belly button pierced – I was 130 pounds and I said sorry to the male piercer at the tattoo studio when I lifted up my shirt to expose my belly. I apologized for subjecting him to my “less-than-perfect” stomach.
Certo, avevo una t-shirt drappeggiata sul mio corpo perchè mi vergognavo. Mi vergognavo a 10 anni. Mi vergognavo di esistere nel mio corpo perfetto, sano, magro sotto ogni standarda - incluso l'indice di massa corporea. Mi vergognavo di indossare un costume per competere in uno sport che amavo. Da dove veniva tutta quella vergogna? L'unica risposta che posso avere è dai miei coetanei, e più specificatamente i miei coetanei maschi.
Ho portato questa vergogna con me quando avevo 10 anni. L'ho portata quando avevo 18 anni, e facendo il mio piercing all'ombelico - pesavo 59 kg - e ho chiesto scusa all'uomo che faceva i piercing quando ho sollevato la mia t-shirt per mostrare la mia pancia. Ho chiesto scusa per sotttoporlo al mio stomaco "non perfetto".


[Quando va al college prende più di 100 libbre, per colpa di un grave squilibrio ormonale e di psicofarmaci, arrivando a pesare 113 kg in meno di 6 mesi, una sera dopo una crisi isterica chiama suo padre disperata]
I wanted to know why I’d been sent to a nutritionist when I weighed 140 pounds. I wanted to know why I had listened to my mother constantly berate herself for gaining weight or being ugly. Why she refused to take pictures or appear in our home movies. Why no one told me I was crazy when I stopped wearing shorts at 13, or covered up my bathing suit with overalls on the beach. I wanted to know WHY.
Volevo sapere perchè ero stata mandata da un nutrizionista quando pesavo 63kg. Volevo sapere perche avevo dovuto ascoltare costantemente mia mamma sgridare se stessa per aver preso peso ed essere brutta. Perchè lei rifiutava di farsi fotografare o apparire nei video di famiglia. Perchè nessuno mi aveva detto che ero matta quando ho smesso di indossare shorts a 13 anni, o coprire il mio costume con una tuta quando ero in spiaggia. Volevo sapere Perchè! 


[Dopo il college va a insegnare inglese a scuola in corea a ragazzini di 10 anni insieme al fidanzato, e per spiegare ad un alunno che non deve chiamare "brutta" la sua compagna inizia a  spiegare]
“When I walk down the street…every day…people point at me. They laugh at me. They say “waegookin (foreginer)!”  The class fell silent. The girl who had been commanded to put on some “lipsticks” asked me softly, “Teacher. Do you cry?”“Yes,”  I said.  “Sometimes I cry.”  Everyone was quiet for a few moments. Then she said,  “Teacher. When someone say that to you you should just say meanhamnida.”  Meanhamnida means “I’m sorry” in Korean. I appreciated that she was trying to help me and I was going to say thank you when one of my favorite students, who went by the English name “Scott” spoke up. I could practically see the gears turning in his head as he cranked out the next sentence, searching for the English words to translate his idea.  “Teacher…you should NOT say meanhamnida…because you are not do anything wrong!!!”  In that moment, I knew that Scott understood more than I ever imagined a young boy growing up in Korea to understand.
"Quando Io cammino per la strada... tutti i giorni... persona mi indicano. Ridono di me. Dicono “waegookin (straniera)!” La classe diventò silenziosa. La ragazza a cui era stato detto di mettere su un po' di rossetto mi chiese, "Maestra, Piangi?""Sì" ho detto "Quanche volta piango" Tutti stettero zitti per un momento. Poi lei disse: "Maestra. Quando qualcuno te lo dice tu dovresti dire solo meanhamnida." Meanhamnida significa "Mi spiace" in coreano. Apprezzavo che stesse cercando di aiutarmi e stavo per ringraziarla quando uno dei miei studenti preferiti, che usava il nome inglese di "Scott" parlò. Potevo vedere le rotelle girare nella sua testa mentre sfornava la prossima frase, cercando le parole inglesi per tradurre la sua idea. "Maestra... tu non dovresti dire meanhamnida... perchè non stai facendo niente di sbagliato!!!" In quel momento ho capito che Scott capiva più di quando io immaginassi che un ragazzino cresciuto in Corea potesse capire.



Once, when I was 21, I was dating my then-fiance whose roommate had an inside cat that often escaped outside. One night, as I was coming in, he bolted for the door and ran out before I could grab him.
I saw the roommate (who was also my “friend”) had posted an away message on AIM (this was before Facebook, and passive-aggressiveness was not as far-reaching) that said, Due to obesity, my cat ran away. I was incensed at this. That damn cat got out all the time. My stomach rolls and flabby arms didn’t have a fucking thing to do with why his cat hadn’t come home – but attributing it to my fatness was easy, so he did. This was also one of the first times I’d ever worked up the courage to defend myself.
Una volta, quando avevo 21 anni, stavo uscendo con il mio fidanzato di allora il cui compagno di stanza aveva un gatto che scappava spesso fuori. Una sera, mentre stavo entrando, lui andò come un fulmine alla porta e fuggi fuori prima che potessi afferrarlo. Vidi che il coinquilino (che era anche mio "amico) aveva postato un messaggio su su AIM (tempo prima di facebook, e l'essere passivi aggressivi non era lontano da raggiungere) che diceva "Per colpa dell'obesità il mio gatto è scappato". Ero furibonda. Quel dannato gatto scappava tutte le volte. I rotoli del mio stomaco, le mia braccia flaccide non avevano niente a che fare con il perchè il suo gatto non tornava a casa - ma attribuirlo alla mia grassezza era facile, così lui l'aveva fatto. Quella fu anche la prima volta che io abbia svegliato il mio coraggio per difendermi.


So WHY are we so afraid of the F-word? It’s because he word fat encompasses so much more than a physical description. Everyone knows that fat also means ugly, lazy, undesirable, stupid, and a host of other negative words, but I beg to differ with this implication. I truly believe that I’m beautiful and sexy and totally desirable. Of course, this is subjective, but I know for a fact that I’m not lazy or stupid.
Così perchè siamo così spaventati dalla parola con la F (fat)? È perchè la parola grasso include molto di più di una descrizione fisica. Tutti sanno che grasso vuol anche dire brutto, pigro, non desiderabile, stupido e un sacco di altre parole negative, ma vi chiedo di dissentire da questa implicazione. Io credo fermamente di essere bella e sexy e totalmente desiderabile. Certo, questo è soggettivo, ma so per certo che non sono pigra o stupida. (Whitney era la prima della classe ha sempre praticato calcio e nuoto e danza ad alti livelli).

I’m a bad-ass and a fat-ass and that is perfectly all right with me.
Sono tosta e ho anche culona, e questo è perfettamente giusto per me.

Il messaggio di Whitney va in così tante direzioni, e la sua storia è così lunga, e ho potuto tradurvene solo una parte, che vorrei sapere cosa vi ha trasmesso. Sempre chiedendovi di superare il pregiudizio che le persone grasse non si occupano della loro salute, o almeno se continuate a pensarlo va benissimo, ma cercate sotto a questo post di analizzare gli aspetti del suo messaggio, non solo quello.


In fondo quello che Whitney sta dicendo  che essere discriminati o ridicolizzati perchè si è bassi, grassi, con i capelli ricci (in Corea anche questo è un punto di vergogna), per il colore della pelle, per la quantità di pori dilatati che si ha sul viso è la stessa cosa, ed è sbagliato. L'essere grassi è visto e usato dalla nostra società come una colpa, quando si vuole svilire una persona, le si chiede: "Ma sei ingrassata?" o se si hanno meno di 13 anni "Ahaha, Tizia ha il culone" come se essere grassi fosse una colpa, e fosse giusto insultare. Perchè? E noi stesse ci siamo convinte che ingrassare, anche solo di quei 5 chili dopo la gravidanza sia un segno di debolezza. Dobbiamo essere perfette, dobbiamo fare tutto, e se non siamo magre siamo un fallimento. Perchè? 

In un altro episodio Whitney racconta che la sua insegnante di recitazione quando lei risponde che non le piacciono i dolci le dice: "Ahaha, come non ti piacciono, ma se ti vedo ingozzarti tutto il tempo!!" L'insegnante non l'aveva mai vista mangiare, mai le aveva visto mangiare nemmeno un pacchetto di creacker. Quanto è forte il nostro pregiudizio. A me fa paura perchè è lo stesso pregiudizio che prima di Marti Luther King si aveva nei confronti delle persone di colore. E' razzismo, nulla di più nulla di meno.

Aggiunta: Se avete letto l'articolo sapete che Whitney si muove molto e fa più sport di me. Io non credo affatto che lo sport faccia male, ma che sia una cosa da non prendere alla leggera perchè è necessario imparare a conoscere il proprio corpo e ascoltarli per capire se lo si sta sforzando troppo. Ogni allenamento intensivo non fatto sotto supervisione di qualcuno può provocare traumi anche non lievi. Le attività più blande come yoga, nuoto e camminata sono più sicure e che ogni corpo va rispettato non allenato e privato di cibo oltre le sue capacità.


Abbinare la gonna a ruota se sei una Donna a Clessidra

$
0
0
I fianchi e la vita delle donne a Clessidra sono perfetti per esaltare le gonne a ruota, quello che che però crea qualche difficoltà è la parte che noi pere le invidiamo, il seno. Con un seno prosperoso infatti una gonna a ruota rischia di accorciare il busto, mentre con un vestito il rischio è minore dato che la figura non viene spezzata. 


Come fare quindi per indossarle al meglio? La cosa migliore è cercare di abbinare un capo con lo stesso colore, o comunque con un colore non troppo a contrasto, questo eviterà di spezzare il torace. Quanto ai modelli ci si può orientare sia su qualcosa di aderente infilato dentro, meglio se con scolli a v e incrociati, sia su un cardigan corto che superi di poco il bordo o più lungo che arrivi addirittura a metà gonna, ma abbottonato solo in vita. 


Qualcosa di leggermente più morbido infilato dentro funziona soltanto se la sblusatura è fatta appena appena e se il capo è scollato, altrimenti aumenteremo troppo il seno. I collant scuri sono sicuramente meglio, ma dato che a dispetto della pera non ha sproporzioni da equilibrare anche una calza più elaborata e una scarpa più bassa possono lo stesso creare un buon effetto.


Una blogger a Clessidra che indossa bene le gonne a ruota è Lilli di Frocks and Frou Frou, peccato che non ami gli scolli ampi.

Frocks & Frou Frou

Frocks & Frou Frou

Frocks & Frou Frou

Frocks & Frou Frou

Cosa mi metto: presentazione del mio libro a Genova

$
0
0
Appena tornata dalla prima presentazione del mio libro che si è tenuta a Torino posso finalmente annunciarvi che sono riuscita ad organizzare una presentazione anche qui, nella mia amata Genova.


La presentazione si terrà sabato prossimo 22 marzo alle 17 all'interno dello show room LUX Giglio Bagnara, in via XX settembre, quasi in cima sulla sinistra salendo. A presentarmi ci sarà la speaker radifonica di Radio 19 e Radio Deejay, Marina Minetti.


Spero di vedere molte di voi, di modo da poter conoscere le mie lettrici concittadine, intanto vi lascio alcune foto scattate a Torino, e ringrazio la splendida Maurizia di Torino Style che mi ha fatto una presentazione fantastica.






Abbinare la gonna a ruota se sei una Donna a Mela

$
0
0
Anche le donne a Mela, come le rettangolo non sono le più affezionate alla gonna a ruota, anche perché mette in evidenza il loro punto debole, la vita poco segnata, sarà uno di quei capi che vi starà stretto appena mangiate qualcosa che vi gonfia e che (al contrario delle pere) le fluttuazioni di peso vi costringeranno ad abbandonare. 


Nonostante questo non è un capo completamente sa scartare, se lo si abbina sapientemente. 

Se lo si vuole mettere a vita alta, l'importante è trovare una blusa o una maglietta da infilare dentro che possa essere ben sblusata di modo da creare un punto vita più morbido. Sopra meglio aggiungere un cardigan di media lunghezza, di modo da aggiungere un po' l'illusione ottica di un punto vita. 



Si può invece anche scegliere di abbinare un maglione morbido ma non oversize che ne copra un poco il bordo, il che aiuterà a mascherare la presenza delle maniglie dell'amore, una donna a mela che indossa molto bene le gonne svasate è Alessandra di Verdementa. Aggiungere una calza un po' lavorata o di un colore chiaro e una décolleté con laccetto o, in questo caso, un ankle boot senza tacco possono aiutare a spezzare le gambe e non renderle troppo magre in confronto alla gonna. 
Adesso non ci sono più scuse per non indossare una gonna a ruota, e se ancora credete che vi allarghi i fianchi rileggete questo post.

Le occasioni d'uso non esistono

$
0
0
Da un po' di tempo sento parlare di occasioni d'uso: mi scrivono donne che si preoccupano di sapere che look sia giusto per l'aperitivo con le amiche o la cena in pizzeria, così ho deciso di scrivere questo post, dal titolo un po' provocatorio, per chiarire come la penso.
Non sto dicendo non esistano occasioni d'uso in assoluto, esistono alcune macroscopiche occasioni in cui è uso vestirsi in un certo modo:
  • Matrimoni
  • Funerali
  • Cerimonie in genere (cresime lauree etc)
  • Cene molto formali ed eleganti
  • Gite in montagna o campagna
  • Vacanze al mare
Sally Jane Vintage

Sally Jane Vintage

Ma la nostra quotidianità non si divide in occasioni d'uso. Una donna solitamente si veste la mattina e per tutto il giorno porta lo stesso outfit, per portare i bambini a scuola, partecipare una riunione importante, fare la spesa, andare all'aperitivo con le amiche o a una mostra. Accadeva ai tempi di Genevieve Antoine Dariaux non vedo perché non dovrebbe più essere così.
Se proprio è una persona che ci tiene molto porterà in borsa una collana più vistosa se non può cambiarsi tra il lavoro e la cena con il fidanzato, o addirittura un paio di décolleté.

Sally Jane Vintage

Sally Jane Vintage

E non c'è niente di sbagliato di tutto questo, l'errore è torturarsi chiedendosi cosa sia adatto all'aperitivo e non a fare la spesa, cosa vada bene in ufficio e non alla mostra d'arte. Il mio consiglio, specie se siete all'inizio del cambiamento del vostro look, è concentrarsi su un look che vada bene in tutte le occasioni della vostra giornata. Creato quello vi basterà smorzarlo un poco se prevedete di andare a fare la babysitter dopo l'esame universitario, o di innalzarlo leggermente se dopo la lezione di diritto andate a cena dai quasi suoceri.
Ovviamente ci sono capi che vanno bene solo in situazioni più eleganti, ma la loro connotazione è abbastanza palese, e avete già imparato a riconoscere e sdrammatizzare un abito più adatto alla sera.
Trovate il vostro stile e gli abiti che davvero vi donano e vi piacciono, se poi avrete il tempo di cambiarvi tra un'evento e l'altro meglio per voi, potrete allora alternare un look più elegante quando l'occasione lo permette a uno più pratico quando vi serve, ma iniziate prima a puntare sul quotidiano.
Se avete, per esempio, un lavoro che richiede un look molto pratico e sportivo iniziate a rendere più carino quello, con una collana, o anche solo con dei colori accostati meglio, persino una maestra d'asilo può indossare una felpa informe e strappata o un abito in maglina avvitato su leggings e scarpe da ginnastica in tinta.
Quello che non mi va del concetto delle occasioni d'usoè che, mentre vorrebbero agevolare dando delle linee guida, in realtà pongono ulteriori dubbi e frenano il cambiamento, quindi io nella mia giornata ho una sola occasione d'uso, quella di sentirmi carina e sicura con gli abiti che indosso.

Scritto da voi: Stessi occhi

$
0
0
Chi: Lily
Segni particolari: sono timida, parlo poco
Nemici: le persone nuove
Amici: chiunque rispetti le miei abitudini
Forma: clessidra, circa
Odio: la violenza, i rumori forti
Amo: gli animali
Amerei: essere capace di cambiare il mondo

studio meez

Mia madre mi mise a dieta per la prima volta all'età di 3 anni. Non funzionò, se avesse funzionato la mia storia sarebbe stata ben diversa. Ho sofferto di obesità dai 3 ai 18 anni. Pranzavo sempre con mia nonna, la quale viveva con noi, e nessuno osava dire nulla riguardo le sue abitudini alimentari, per evitare che si scatenasse il putiferio di malcontento e strilli insensati che accadeva immancabilmente dopo ogni critica che le si muoveva. Così, per il quieto vivere, fui abituata/obbligata a mangiare piatti enormi, malsani e grassissimi sin dalla prima infanzia. 
All'asilo e a scuola tutti mi prendevano in giro, non solo i compagni, ma anche l'autista del pulmino. Appena saliva, invece che salutarmi, mi domandava “Ciao Dolores, quanti piatti di pasta hai mangiato oggi in mensa, 5?”. Mi derideva davanti a tutti i bambini, e loro imparavano come si faceva per prendendomi poi in giro loro stessi. Le maestre facevano finta di nulla. Sono cresciuta nel terrore, smisi di parlare al di fuori di casa.
Il mio unico amico era il cibo: trangugiavo quantità industriali di cibo, mangiavo e piangevo, piangevo e mangiavo. Mi facevo schifo. Ero schiava di quel meccanismo.

Un giorno, a 18 anni, mi guardai allo specchio. Pesavo 112 kg per 1.70, portavo una taglia 56. Mi disgustavo. Mi nascondevo dietro enormi camicioni neri, pantaloni informi, felpe che sembravano dei sacchi col cappuccio. Ero invisibile, seppur ingombrante.
Iniziai una dieta, questa volta determinata a portarla avanti. Dimagrivo bene, ma non ero soddisfatta. Un giorno pensai che se avessi smesso di introdurre cibo nel mio corpo, avrei perso peso più velocemente. Iniziai con un periodo di digiuno, però poi, per insistenza di mia madre, ricominciai a mangiare quel poco per farla contenta. Dopo ogni singolo pasto, però, bevevo litri d'acqua, mi mettevo lo spazzolino in gola e vomitavo, mi sentivo bene
Se ne accorsero alcune mie compagne, poi molti insegnanti, ma chi doveva accorgersene non se ne accorse mai.
Mi guardo ora allo specchio. Peso 42 kg, la taglia 38 mi sta larga, ho le costole e le clavicole bene in vista, come anche le ossa del bacino. Da sotto il mio piccolissimo seno, ora una 1 misura, mentre una volta era una 6 misura, si intravvede la mia gabbia toracica, anche dalla schiena. Ho iniziato a vestirmi nel reparto bambini da quando un paio di pantaloni taglia XS mi si sono sfilati senza che li slacciassi. Non piaccio alle persone, o a me stessa, più di quanto piacessi 70 kg fa, indosso sempre gli stessi vestiti informi, per paura che qualcuno mi guardi e noti quanto sono a disagio. La felpa nera e i pantaloni neri larghi sono la mia armatura come lo erano prima di dimagrire. Il mio colore preferito, però, è sempre stato il bianco, sogno di avere il coraggio di indossarlo un giorno.
Vi chiederete perchè vi ho annoiate con la storia della mia vita: il fatto è che vorrei che il mondo capisse che è importante amarsi, non andare allo sbaraglio, è importante guardare le persone della nostra vita, sia uomini che donne, e farli sentire speciali, perchè chi si sente speciale si ama, e chi si ama è felice. E chi è felice non si distrugge pian piano. Se solo mi fossi sentita amata, accettata, se solo qualcuno avesse avuto voglia di scoprire che dietro quel “Quanti piatti di pasta hai mangiato oggi in mensa?” c'era una persona, se solo io stessa mi fossi amata, ora la mia vita sarebbe senza dubbio più felice.
Grazie per l'ascolto, è stato bello sfogarmi.

paper-massacre

nada mais que rimas


Viewing all 333 articles
Browse latest View live