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Moda per Principianti sul SecoloXIX

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Svegliata alle 9 dalla telefonata del Gas (Grazie, siamo felici di poter riattaccare la calderina, ma saremmo stati più felici se ci aveste lasciato dormire un po' di più!), ho trovato un messaggio sul cellulare che mi avvisava di comprare il Secolo XIX. Ho così infilato felpa jeans e scarpe da ginnastica, e mi sono precipitata in edicola a comprarne 3 copie.



Per poi scoprire, che l'articolo è anche on line, sul sito del Secolo XIXRingrazio moltissimo Gretel e Sara della Scuola di Moda Vezza, che mi hanno permesso di realizzare le foto nel loro bellissimo spazio, e non vedo l'ora di mostrarvi i miei progressi con ago e filo.



Questo è stato un weekend movimentato, e soprattutto pieno di nuove esperienze. È cominciato venerdì mattina quando sono andata ospite da Marina Minetti a Radio19, mi spiace non avere foto ma come al solito sno così concentrata in tali occasioni che mi dimentico di immortalarle, sono una pessima fashion blogger.

La tensione di essere per la prima volta in diretta, seppur solo con la voce era alta, ma grazie alla bravissima Marina e ad Emanuela Tamburini che era con me in trasmissione è andato tutto bene. Avrei voluto avvisarvi prima così avreste potuto ascoltarmi, ma spero di recuperare il podcast.

Spero al più presto di potervi raccontare della presentazione del libro e di altri appuntamento.



Corso Cosa mi metto a Genova

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Ormai era da un po' di tempo che vi avevo promesso un corso a Genova, e sono felice di annunciare che siamo riusciti ad organizzarlo. Grazie a LUX Giglio Bagnara, che mi ha già ospitato per la presentazione del libro, finalmente potrò riproporre il corso nella mia città.


Il corso si terrà Sabato prossimo 29 Marzo, da Lux Giglio Bagnara in Via XX settembre, dalle 17 alle 19. Si tratta di un corso un po' più breve, solo due ore, in cui però tratteremo approfonditamente le forme del corpo, con il test che vi aiuterà a riconoscervi, e impareremo a fare abbinamenti di modo da sentirci un po' più a nostro agio con gli abiti. Il costo è molto contenuto, 15€ e ci si può prenotare scrivendo a info@luxgigliobagnara.it, o recandosi direttamente in negozio qualche giorno prima. 


Al corso ci sarà l'opportunità di acquistare il mio libro Cosa mi metto? Piccolo manuale di Moda per Principianti. Spero di vedere molte di voi, ed è l'occasione di portare quelle amiche, che ancora si lamentano  "non mi sta bene niente" ma di cui non avete capito la forma del corpo.

Capelli grassi e fini: sto meglio

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Ormai ce l'ho già confessato, uno dei miei crucci principali che hanno accompagnato la mia vita, più delle dimensioni dei miei fianchi, è quello dei capelli. Questi capelli che si sporcano in un attimo e che sono tanto fini da far intravvedere la cute sotto di loro.
Un anno fa ho scritto un post in cui vi descrivevo il mio problema e vi illustravo le tecniche che avevo iniziato ad utilizzare per risolverlo. Il mio scopo non era avere capelli folti lucenti e con una bella piega. Il mio unico scopo era che durassero puliti più a lungo, che resistessero quindi 2 giorni interi, in buono stato, non mi importava se nel mentre fossero stati crespi o arruffati, li volevo solo puliti più a lungo.
Dopo un anno posso felicissimamente dire che i miei capelli stanno molto meglio. Non solo si sporcano un po' meno, siamo passati a 48 ore, la sera del secondo giorno sono ancora assolutamente decenti e se voglio essere al meglio mi basta usare solo un poco di polvere di seta del Dr Hausshka, ma sono più folti e più forti. Ma molto più folti e molto più forti! Lo noto, oltre che dalle foto dell'anno passato, anche dal fatto che solitamente i miei capelli si asciugavano all'aria (senza phon) in 15 minuti, ora ci mettono più di un'ora. 
Oltre a ciò che vi ho già descritto nel post precedente sono stati per me fondamentali altri due accorgimenti:
  • Dopo aver scritto il post dell'anno scorso alcune lettrici mi hanno consigliato il canale di twilight27bella, che tratta appunto l'argomento capelli in tutti i suoi aspetti. Ho trovato un video abbastanza vecchio in cui lei spiegava come lavare i capelli, ma soprattutto come diluire lo shampoo. Utilizzando shampoo Ecobio infatti mi capitava che il primo lavaggio non facesse affatto schiuma, quindi cosa facevo? Aumentavo la quantità di shampoo o facevo tre lavaggi. Ho imparato invece da Mary che diluendo lo shampoo direttamente in una confezione vuota si crea più schiuma, e che se al primo lavaggio comunque la schiuma è quasi inesistente bisogna lo stesso massaggiare bene la cute e quello "conta" come primo shampoo. Il secondo shampoo fa molta più schiuma, ma è sempre diluito abbondantemente prima. Così facendo i capelli sono molto più leggeri e quindi si sporcano anche meno.

  • Un'altra cosa utile che ho imparato è alternare lo shampoo, ma non troppo. Utilizzo sempre solo due prodotti Lavera, lo shampoo Delicato e quello al Mango, ma se li alterno ad ogni lavaggio non produco un buon effetto. Devo fare almeno tre lavaggi con lo stesso e poi cambiare, in questo modo i capelli restano puliti più a lungo e più nutriti, forse perché così beneficiano degli effetto di ciascuno shampoo senza abituarsi.
the ultimate beauty guide


In questo periodo non ho più potuto fare l'henné (neutro) a causa di una sensibilizzazione della cute dovuta allo stress, ma spero di poterlo riprendere. Ho continuato, come nei 15 anni precedenti della mia vita a fare il trattamento della Regaine 5% minoxidil, me non avevo mai ottenuto tali risultati gli anni precedenti.

Due anni fa

La cosa più bella è sicuramente che i capelli sono più folti e più forti, anche adesso che li porto leggermente più lunghi. Ma il bonus inaspettato, assolutamente inaspettato, è che mi sono venuti i boccoli, i boccoli!! E io ero di quelle bambine con i capelli dritti dritti e molli, che avrebbero tanto desiderato un po' di volume e movimento, invece ora, mi basta asciugarli senza phon come faccio sempre e da soli si arricciano in bei boccoli grandi!

Adesso, i boccoli!

La camicia e i suoi problemi

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Devo ammettere che dopo un titolo così mi aspetterei una favola surrealista di una camicia che non riesce a farsi amici nel nuovo armadio, ma forse non siamo così lontani da quello che intendo scrivere.

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Premetto, a me le camicie piacciono, le ho indossate per lungo tempo, ma poi mi sono accorta di alcune problematiche non trascurabili, che ovviamente chi vi consiglia la camicia come must have tralascia senza remore.


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La prima, è abbastanza ovvio, la camicia deve essere stirata. Io e lo stiro non andiamo molto d'accordo, tanto che preferisco impegnarmi nella stenditura perfetta e stirare, quando devo, solo ciò che non può fare a meno di essere stirato. La camicie appunto. Ma tolto questo problema estremamente poco fashion (ma molto reale), c'è un altro fatto che mi ha fatto riconsiderare tutta la questione camicia.
Le camicie sono bellissime, da sole, senza nulla sopra, oppure con un blazer, ma nemmeno tutte. Il maglione le smorza, o le nasconde.

lincolntaft

brown dress with white dots

Non che le camicie stiano male con il maglione, ma perdono gran parte del loro potere. Se il maglione è accollato ne escono solo colletto e (auspicabilmente) polsini, si ottiene un look un po' maschile, che però dona molto se si ha poco seno, soprattutto se il maglione è avviato, ma la camicia è completamente nascosta. Tanto che si potrebbe scegliere di stirare davvero solo colletto e polsini.
john ciamillo

Se il maglione è a v invece, la camicia ha più spazio per farsi vedere, e può avere anche colletti più ampi e particolari, in questo caso però è ancora più smorzata, soprattutto d'inverno quando il maglione è peloso. Il maglione la schiaccia, e il contrasto tra tessuto rigido e morbidezza del maglione non sempre è ben riuscito. Se anche l'abbinamento viene molto bene, il protagonista del look sarà in ogni caso il maglione, non la camicia, e da qui i suoi problemi a farsi nuove amicizie.

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Lily

Caffè Mode

Camicie con fiocchi, ruches davanti, colletti alla coreana, sono tanto belle quando poco pratiche da abbinare con un maglione, e talvolta l'abbinamento è difficile anche con un blazer. Ma ovviamente la temperatura non ci lascia girare con camicia e cappotto, soprattutto dato che gli ambienti interni non sono (probabilmente giustamente) riscaldati oltre i 22 gradi.
Se a questo aggiungiamo le difficoltà che tutte le donne con un seno prosperoso hanno nell'indossare una camicia, senza che i bottoni scoppino o sia larga in vita, di sicuro deduciamo che non è il capo obbligatorio,  pratico e versatile che vogliono farci credere, almeno non quanto una maglietta a barchetta o con uno scollo tondo e ampio. E poi sfatiamo un altro mito, le uniche che risultano sexy vestite solo della camicia del fidanzato sono le donne a rettangolo e qualche donna a mela, per le altre è molto più gratificante ripiegare sulla lingerie giusta.

I love Shopping e Presentazione al LUX

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Le belle esperienze vanno celebrate e quale luogo migliore per farlo del mio blog? Così appena ricevute le foto della presentazione del mio libro ho deciso di pubblicarle per mostrarvele. Oltre a quelle troverete anche le foto della giornata precedente, dove dato inizio agli appuntamenti "fashion" che si svolgeranno da LUX Giglio Bagnara nelle settimane a seguire. Io ci sarà come già sapete questo sabato 29 marzo, con il mio corso Cosa mi metto? di cui trovate tutti i dettagli qui, mentre Emanuela Tamburini Personal Shopper genovese sarà presente tutti i giovedì pomeriggio da oggi fino al 17 aprile, a disposizione delle clienti.


Io ed Emanuela Tamburini



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Li vorremmo proprio questi tacchi

Io e Marina Minetti





con la mia amica psicoterapeuta Sara Padovano

Non vedo l'ora che arrivi sabato, anche perché ho scelto un bellissimo vestito a pieghe a pois che mi fa sentire davvero calata negli anni 50, per fortuna la scelta degli abiti è molto ampia e ho avuto la possibilità di scegliere tra veri modelli "da pera". Dopo un po' lungo parlare di vestiti per fortuna ci hanno foraggiato con un ottimo aperitivo, lo stesso che sarà presente sabato prossimo di cui vi lascio qualche immagine.




I'am not ashamed of my body

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Vergogna: "Sentimento di colpa o di umiliante mortificazione che si prova per un atto o un comportamento, proprio o altrui, sentiti come disonesti, sconvenienti, o indecenti." Nemmeno il dizionario riporta alcun riferimento al non essere all'altezza, non rispettare alcuni standard, non essere abbastanza belli, alti, magri... E ho controllato, no, con indecenti non si intende che non si è abbastanza belli, ma solo contrario al decoro, o scandaloso. Mettersi le dita nel naso a cena è indecente, avere qualche brufolo in viso. Anche perché la vergogna si applica alle azioni, mettersi le dita nel naso è un'azione, avere i brufoli no.

Eppure la vergogna è associata al corpo in modo saldo e quasi insormontabile, poche donne sono così a proprio agio con il proprio corpo da non vergognarsene mai, non vergognarsi di mostrarsi in costume, o senza trucco, non vergognarsi del rotolino sulla pancia o delle braccia che osano assoggettarsi alla forza di gravità.


Ci hanno insegnato che a un certo punto della nostra vita saremo abbastanza magre, abbastanza belle, abbastanza toniche, abbastanza, da essere in grado di mostrarci senza vergogna. Crescendo forse abbiamo capito che questo non accadrà, e che se accadrà quella sensazione di vergogna è indipendente dall'ottenimento del fisico desiderato.

Il motivo per cui ci vergogniamo è sbagliato, avere la pancia è una colpa? La colpa di non essere in grado di buttarla giù? E come si fa per quelle cose che non si possono cambiare? Le gambe storte, il seno piatto, i capelli crespi, il naso grosso, sono colpe? La genetica ce le ha date e noi ce ne vergogniamo, perché? Perché ci dicono che dovremmo, le riviste, i film, la pubblicità, in italia più che all'estero ci mostrano solo donne quasi perfette, e noi crediamo di essere anormali.


Vi ho chiesto cosa si può fare per cambiare questa cosa, perché le nostre figlie non si vergognino di loro stesse già a 11 anni, poi i progetti di Whinety e Ebonnie mi hanno dato un'idea. Un'idea per cui mi dovete aiutare. Vi chiedo, come ho fatto io, di farvi una foto con la scritta: I'm not ashamed of my body (non mi vergogno del mio corpo). Potete scriverla su un foglio, su una mano, potete mostrare il vostro volto o no, potreste crederci già, oppure solo scriverlo come augurio. L'importante è che lo scriviate, condividendolo su qualunque social network vogliate con l'hashtag #donotbeashamed. (Non vergognarti).
Se saremo abbastanza il messaggio potrebbe cambiare qualcosa. Raccoglierò poi le vostre foto in un post.

Allora chi ha voglia di urlare con me che non abbiamo nulla di cui vergognarci?


L'abito lungo per ciascuna forma del corpo

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La settimana scorsa osservavo con un'amica un bellissimo abito lungo fucsia, e mi sono accorta di non possedere abiti lunghi. Gli unici due, bellissimi, risalgono al periodo dei diciottesimi, quando ancora era di moda presentarsi in lungo, ma purtroppo sono talmente eleganti che sono adatti solo a situazioni particolari.

etsy

Adesso invece si trovano in giro abiti lunghi meno formali, un po' eleganti certamente, ma che possono essere indossati con disinvoltura sia per una passeggiata in riva al mare, che per il matrimonio di un'amica. L'abito lungo fa quasi subito estate (anche perché indossarlo con le calze è complicato, rischia ad attaccarsi se c'è anche solo una minima parte di sintetico), ma quale modo migliore per sentire le nostre gambe nude e poco abbronzate meno esposte, senza dover ricorrere ai jeans?

the gifts of life

Un passo avanti del vostro guardaroba, se davvero state provando a indossare con disinvoltura le gonne, ma ancora non vi sentite a proprio agio con il polpaccio esposto alla calura e agli sguardi, può essere proprio l'abito lungo, per sentirsi femminili, ma coperte.

ana morodan

Certo che se si indossa un vestito lungo le regole per le varie forme del corpo cambiano un poco, come può la mela coprire le gambe? E la pera sceglierne uno ampio senza sembrare Barbie Gran Galà?


thenest

Per ogni forma del corpo ho selezionato alcuni modelli più casual e da giorno e altri più eleganti, di modo che possiate scegliere anche secondo il vostro stile.

La Donna a Peraè molto facilitata nella scelta, le basterà scegliere un modello leggremente svasato che non fascia i fianchi, e che sia ben avvitato. Con il taglio senza spalline amplierà le spalle e con qualche dettaglio sul corpetto attirerà l'attenzione sul busto minuto.


La donna a Triangolo Invertito deve trovare invece un abito che non nasconda completamente le sue gambe, gli spacchi sono perfetti per l'occasione anche perché movimentano questa zona del corpo più sottile. Scolli a v e incrociati sono il taglio migliore per il suo seno, e se preferisce nascondere anche le braccia meglio trovarne uno con maniche al gomito, o non separarsi dal cardigan.


Il corpo snello e sottile della Rettangolo non da il suo meglio fasciato in un abito lungo, rischia di appiattire tutte le sue forme. Scegliere quindi modelli colorati o con fantasie che spezzino la figura rendendola più sinuosa. Gli scolli sulla schiena sono quelli che più le donano, e un capo con dettagli semi trasparenti potrebbe essere il migliore per nascondere l'assenza di curve.


Anche il corpo pieno di curve della Clessidraè adatto ad un abito lungo, leggermente svasato. Sarà importante però scegliere un corpetto che riesca a contenere il seno abbondante senza essere troppo accollato. Chi ama gli scolli meno generosi è meglio se si orienta su scollature morbide che mascherano la taglia abbondante o su inserti in pizzo.


La donna a Melaè senza dubbio quella che ha più difficoltà con gli abiti lunghi, perchè nascondendo le gambe magre rischia di apparire una colonna. Gli spacchi possono essere molto utili in tal senso, ma anche gli abiti semi trasparenti, con sottoveste corta sotto, o pieghe strategiche che movimentano l'abito nella parte inferiore. Il punto vita dovrebbe essere morbidamente evidenziato, anche se si ha poco seno, o la figura appare troppo un tutt'uno, meglio se leggermente alto.


Ricordatevi inoltre che l'abito lungo fino ai piedi non abbassa affatto, specie se non ampio. Tutta la figura è vestita dello stesso colore e non è spezzata da orli, quindi è molto meglio di un abito al ginocchio se siete bassine.

La mia caccia per l'abito lungo è partita, voi ne possedete già uno?


Ballerine killer

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Io amo camminare... in città, in mezzo ai negozi, su e giù per i vicoli acciottolati di Genova. Passo l'inverno in una serie di stivali senza o con poco tacco che ho faticosamente recuperato negli anni. Il mio polpaccio è comodo, se il mio piede ha bisogno di un po' di morbidezza in più aggiungo una soletta, e non devo preoccuparmi d'altro.
Ma quando la mezza stagione arriva, abbandono preoccupata gli stivali per saltare dentro le mie adorate ballerine. Per dieci anni questo salto è stato felice ed indolore, ma ora non più.

obaz

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La mezza stagione, si sa, è particolare, diversa in ogni città e ogni anno. In certi momenti è necessaria una scarpa non più invernale, ma che non stoni con il collant coprente. In certi altri una che vada bene con la calza color carne ma che ci protegga dalla pioggia.
L'anno scorso per entrambe le occasioni credevo di aver risolto con un paio di ballerine di vernice con suola in gomma, acquistate da diffusione tessile.
Ma se le ballerine sono killer, le ballerine in vernice sono come un sicario russo che vi aspetta sulla porta di casa, non puoi pensare di camminarci tutto il giorno e farla franca. Io invece l'anno scorso, complice un tempo uggioso e luvego (genovesismo per umido e tetro) fino a giugno, ho indossato tali ballerine per più giorni di fila. Alla fine il mio piede ha detto basta. La nocetta dietro l'alluce, proprio il punto in cui battevano le ballerine ad ogni passo, è uscita verso l'alto (quando si ha l'alluce valgo esce di lato), impedendomi di mettere anche ballerine più morbide.
E pesare che la Spora mi aveva avvisato, ma io le credevo come fanno quelli che guidano senza cintura di sicurezza, "Sì, dovrei, ma non mi è mai successo niente". Dopo un altro inverno con i miei adorati stivali la nocetta è tornata a casa sua, ma ora, che quelle belle ballerine mi guardano con desiderio, devo darmi delle regole: a giorni alterni e solo in giornate in cui non camminerò eccessivamente e solo con cerotto sopra per limitare la pericolosità della scarpa.
Un giorno lo so, qualcuno inventerà una scarpa comoda, in cui il piede è ben fermo, la postura bilanciata, senza che ai piedi sembri di avere delle zattere informi. Io quel giorno lo attendo, qualcuno ha qualche idea?


Come vestirsi quando c'è vento

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Prima ancora di svegliarmi completamente sento le tapparelle sbatacchiare, guardo dalla finestra per avere conferma di quello che so già: sarà una giornata molto ventosa.
Nel decidere cosa mi metto, per affrontare un'intera giornata fuori casa, la possibilità di pioggia è di sicuro la prima variabile, ma anche il vento forte ha la sua importanza.

legerete en douce

Se c'è vento devo dire addio al cappello, niente cloches o berretti con visiera. Solo il cappello di lana o un basco ben calato possono resistere e non volare via.

Sarà difficile anche trovare la gonna giusta per non ritrovarvi a fare scene alla Marilyn in mezzo alla strada. Non è detto che dobbiate rinunciarvi, tutti i modelli dritti o a matita non patiscono il vento, ma anche tra quelle più ampie se ne può trovare qualcuna più adatta. Da scartare quelle a ruota, e tutti i modelli molto ampi e morbidi, il vento farebbe di loro ciò che vuole, meglio un modello svasato ma rigido. Le gonne a ruota con sottoveste poco ampia si possono invece utilizzare, ma solo se tale sottoveste non è trasparente.

cross in gil and mono

Pensate che i pantaloni siano la soluzione? In realtà anche tra quelli ve ne è qualcuno da scartare, il modello a palazzo si attorciglierà intorno alla gamba, rendendo un effetto un po' spiacevole se le vostre gambe sono molto magre.
Anche per il soprabito sarebbe meglio scegliere un modello non troppo lungo o comunque che si chiude fino in fondo, per evitare di camminare per la città con le falde del cappotto che svolazzano come foste il conte Dracula.

cross in gil and mono

E se piove e tira vento? Benvenute a Genova, dove la pioggia arriva con un angolo di 45 gradi o più. Un ombrello grande non ci salverà, si romperà o, se anti vento, vi troverete a veleggiare dietro di lui nemmeno foste Mary Poppins. 

first time user

La cosa più saggia è indossare un paio di stivali che arrivino almeno al ginocchio, e possibilmente gonna e collant, che, anche se si bagneranno si asciugheranno più velocemente di un paio di pantaloni. L'alternativa è solo la tuta da palombaro, dentro a cui si calano tutti i motociclisti appena il cielo minaccia il diluvio.

cape cod collegiate

Fashio Books: Genevieve Antoine Dariaux A Guide to Elegance

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Se avessi letto Guida all'eleganza di Genevieve Antoine Dariaux quattro anni fa probabilmente non avrei mai aperto questo blog, oppure l'avrei intitolato "Genevieve Rules". Lo sapere, ho deciso di aprire un blog perchè non ero d'accordo con quello che leggevo nei libri di moda e sulle riviste, credevo che si mancasse di relismo e di buonsenso, si ripetessero solo le stesse cose così a lungo da finire per crederci. I legginsg sono pantaloni, i boyfriend jeans donano a chi ha le curve, il tubino nero è un must have, idiozie inventate da chi deve vendere che a lungo andare ci facevano odiare i vestiti.
Ho scoperto il libro di Madam Dariaux leggendo Eleganza di Kathleen Tessaro, un chick lit abbastanza piacevole ambientato a Londra, che ha avuto tanto successo da consentire al libro del 1964 di essere ristampato. Il libro si trova solo in inglese, e quindi mi ci è voluto un po' di tempo per raccogliere il coraggio per acquistarlo. Con mia sorpresa si tratta di un inglese abbastanza semplice da capire, e piano piano il mio vocabolario di termini "fashion" si sta ampliando.
La prima cosa che ho pensato, dopo ave letto poche pagine di questo libro è stata che finalmente stavo leggendo un testo che trattava i vestiti con buon senso, con ragionevolezza e coerenza. Mi sono ritrovata anche a ridacchiare leggendolo, trovandomi perfettamente d'accordo con le considerazioni di una donna che scrive cinquant'anni fa.

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Il libro, tratta ogni argomento e capo in ordine alfabetico, da anche qualche piccolo consiglio sulle forme del corpo, ma soprattutto risponde appieno alla promessa che fa nel sottotitolo "For every woman who wants to be well and properly dressed on all occasion" (per ogni donna che vuole essere vestita bene e appropriatamente per ogni occasione). Il che non significa che è un susseguirsi di "occasioni d'uso" relativamente improbabili, tutt'altro, nonostante sia stato scritto in un periodo in cui le donne tendenzialmente si cambiavano almeno tre volte al giorno e che indossavano per lo più tailleur, da davvero gli strumenti per imparare a vestirsi bene.

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Quello che mi ha colpito di Madame Dariaux è che capisce davvero l'animo delle donne: most woman, in order to be sure of not making a mistake, prefer to dress like everybody alse in the most banal manner (molte donne, per essere sicure di non fare errori, preferiscono vestirsi come tutte le altre nel modo più banale), ecco la nostra paura dei vestiti, ben capita e chiara.
Ci troviamo d'accordo anche sullo stesso concetto di colore base, così tanto che quasi mi sono spaventata nel leggerlo It is often practical to select a basic colour for each season. It might be beige, navy blu, grey or balck and white checks for the spring; black, brown, dark grey or dark green for the winter. (È pratico selezionare un colore base per ogni stagione. Potrebbe essere beige, blu navy, grigio o a scacchi bianchi e neri per la primavera; nero, marrone, grigli scuro o verde scuro per l'inverno.)
Si percepisce anche la sua disapprovazione quando di parla di peso, infatti negli anni 60 iniziava la moda del "magro magro in modo assurdo": Slimming is practically a new religion. (Dimagrire è praticamente una nuova religione.)

jean jeanie

Si lancia anche in una "arringa" contro le commesse delle grandi case di moda (stiamo parlando di haute cuture non di zara), che vogliono vendere a tutti i costi abiti anche se non donano alla cliente, that never stop to consider the disastrous publicity represented by badly dressed customers. (che non si fermano a considerare la pubblicità disastrosa che una cliente mal vestita rappresenta).

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Ma c'è molto di più in questo libro, di quello che possa restare in un solo post, e che si può riuscire a tradurlo. Certamente se l'inglese per voi non è uno sconosciuto vale davvero la pena di acquistarlo, e dedicarsi se mai alla lettura con a fianco un dizionario.

the glamorous house wife


Scuola Moda Vezza: la mia gonna a Ruota

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Ogni tanto credo che la vita ti porti dove decide lei, mi ha portato a questo blog, senza che io avessi uno scopo preciso, ma se c'è una cosa che non credevo avrei mai fatto è creare un capo con le mie mani.

Quando mi è stata offerta la possibilità di imparare alla Scuola Moda Vezza però non ho esitato e ho deciso che il primo capo che avrei realizzato sarebbe stata una gonna, a ruota ovviamente.


Eccovi qui il diario fotografico delle mie lezioni:

Creare il cartamodello di una gonna a ruota è semplice, basta la misura del punto vita, quello che è un po' più delicato e laborioso è il cinturino. Sara ha creato il modello sotto i miei occhi, e io lo conservo per poter cucire altre gonne con lo stesso modello e diverso tessuto o fantasia.


I passaggi sono stati tanti ed è quasi impossibile descriverli tutti, anche perché, soprattutto per quanto riguarda il cinturino, sono sicura di essermene dimenticata qualcuno e alla prossima gonna dovrò chiedere ripetizioni. Provo ad appuntarvi i fondamentali:


  • Appuntare il tessuto al cartamodello, per niente facile come sembra.
  • Tagliare il tessuto, con la forbice usata solo per il tessuto e facendo sforbiciate lunghe per fare meno micro tagli
  • Imbastire con punti molli le due metà della gonna. Serviranno come segno per l'imbastitura vera.
  • Posizionare la cerniera ed imbastirla, la mia è stata posizionata sul lato, abbastanza corta per infilarla dalla testa. Per infilarla da sotto avrei dovuto farla lunga come metà gonna, e avrebbe stonato. Gioie e dolori di essere una pera.
  • Cucire le due metà della gonna insieme, ho scoperto di essere abbastanza precisa con la macchina da cucire, ma con il punto zig zag (per evitare che si sfilaccino i bordi), sono un disastro.



A quel punto la gonna in se era anche quasi fatta, orlo a parte, ma il cinturino ha richiesto tutte le mie capacità da principiante.
Abbiamo deciso di utilizzare il canetè per rendere il cinturino rigido. La difficoltà è stata quindi imbastire il canetè con il tessuto, senza che facessero grinze data la diversa elasticità. Una volta fissato alla gonna però e imbastito per bene, cucirlo è stato anche abbastanza semplice, ma poi sono dovuta passare all'orlo.
Perché una gonna a ruota è davvero una ruota, con un raggio molto ampio dato che ho deciso di farla arrivare appena al ginocchio, così mi sono messa con molta pazienza a guardare per la prima volta My fair lady e imbastire il mio orlo, ripiegando in tre ogni pezzettino di quel tessuto scivoloso.



Alla fine, restava solo l'asola, ma la macchina da cucire tecnologia che hanno alla Scuola Moda Vezza ha il piedino apposta per farla. Così basta prendere la misura del bottone e lasciare che si crei da sola, il difficile poi è aprire l'asola senza bucarsi una mano con l'apriasola o tagliare tutto il tessuto.




Ecco, la mia gonna è finita, e vi prometto che la vedrete anche indosso a me, dato che l'assistente della scuola si è anche offerta di farmi da fotografa. Ma ho ancora da completare il mio abito anni 50 fucsia che era stato imbastito nella lezione dimostrativa, quindi sono ansiosa di migliorare, e soprattutto di andare a caccia di stoffe per riempire l'armadio di gonne per la mia estate. Potrete seguire i miei progressi e quelli delle altre allieve anche sugli account di instagram e facebook della Scuola Moda Vezza.


scuola moda vezza su instagram

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Come vestirsi in primavera

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La primaveraè arrivata, non so come sia nelle vostre città ma qui a Genova c'è quell'aria frizzantina la mattina, che a mezzogiorno vi fa desiderare di essere uscite in mezze maniche.

media cache

my revelment

Il problema dell'abbigliamento in questo periodo è molto più sentito, e le ragioni sono più di una:
  • L'escursione termicaè appunto notevole e stando fuori tutto il giorno è necessario coprirla tutta.
  • Abituate fino ieri al maglione collo alto e gli stivali, non sappiamo più nemmeno come si fanno gli abbinamenti da mezza stagione.
  • Essere sovra-coperte stona di più che in autunno, anche se avete il raffreddore ci sono certi capi e soprattutto certi colori che vi fanno apparire fuori stagione.
wild flwr child

Dato che abbiamo già affrontato il tema ballerine killer, quali sono gli altri capi che più ci aiutano in questo periodo? I pantaloni, i gambaletti color carne, quei maglioni misto cotone, misto angora, misto misto, che vi scaldano appena appena, giacche leggere e trench, pashmina sottili e molto morbide. Ma sopra ogni altra cosa due colori ci salvano: il beige e il blu. Un outfit ancora invernale infatti, se nei toni del blu invece che del nero, risulterà molto più leggero e abbinato alla temperatura esterna, il beige invece permette di smorzare i toni più cupi anche dei capi più pesanti.
Ma come adattare questi pochi capi ad ogni forma del corpo?

Se la vostra forma è, come la mia, quella della Pera, cercherete un paio di jeans leggermente svasati, e vi concentrerete su un capo aderente e colorato per ampliare il busto, anche la sciarpa e la giacca aiuteranno a ridistribuire le proporzioni e farvi rimpiangere un po' meno di lasciare per poco tempo la gonna. La parte più difficile per la Triangolo Invertito sarà trovare una giacca scura non doppiopetto, ma già è contenta di abbandonare le giacche trapuntate che la facevano apparire più goffa in inverno. Pantaloni chiari ed aderenti sono quanto di meglio per evidenziare le gambe snelle.


La donna a Rettangolo invece deve riuscire a rendere più morbida la sua figura abbandonando gli spessi maglioni in lana, meglio puntare su un capo in cotone spesso, o con angora che addolcisce. Aggiungere colore anche solo negli accessori è fondamentale per spezzare la figura. 
Per la donna a Clessidra la difficoltà sarà trovare una giacca e un maglione avvitati e un po' scollati, se la sua forma è molto morbida si sentirà più a suo agio con un pantalone scuro, altrimenti può schiarire anche questo capo.


Un cardigan lungo aperto è ciò che ci vuole per minimizzare il torace della donna a mela, e un paio di pantaloni colorati, magari del colore che va di moda questa primavera rendono il look un po' meno da signora. Dato che il solito trench rischia di appesantire un po' la figura con il doppiopetto, meglio cercare un parka, onnipresente nei negozi da un anno, che arrivi appena sotto il lato b. Ricordarsi di tenere la sciarpa lunga sopra il parca per evitare che il torace appaia un tutt'uno.


We are responsible

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Da un po' di giorni sto guadando il nuovo programma di make over su Italia 1, la più brutta copia possibile di Plain Jane. Lo sto guardando per farmi un'idea, perché per scriverne un post voglio aver visto più di un episodio, perché sparare su Belen che parla di eleganza è facile, ma non voglio farlo gratuitamente.


Mentre guardavo tale programma, ho iniziato a pensare cosa è per me Belen, cosa rappresenta, e come me la figuro. Mi è venuta in mente la pubblicità della Tim dove faceva la professoressa di latino e Cristian De Sica ci provava con lei, e lei sorrideva compiaciuta non oltraggiata.


Quella ovviamente non è Belen, è lei che interpreta un personaggio in una pubblicità, una pubblicità che può solo aver scritto un uomo la cui fantasia è provarci con la prof del figlio, o che già l'ha fatto. Un uomo che guarda solo film porno e non ha mai avuto una conversazione con una donna che andasse oltre al "ehi, ci stai?" (E mi spiace dover citare una frase di Robert Downey Jr per questo). Non è una sua responsabilità se io la identifico con quel personaggio... o si?

Nel 1913 una famosa suffragetta, Emily Davison, si lanciò sotto il cavallo del Re a Derby e morì.
Fu una martire accidentale?
Vera Rubin pioniera nello studio della rotazione delle galassie e
Stephanie Lwolek ricercatrice che inventò il Kevlar

Lei ha accettato conscia del ruolo che doveva interpretare, ha accettato perché è lavoro, anche se non penso che fossero soldi che le hanno consentito di arrivare a fine mese. Ma ha accettato. Ha accettato una cosa non illegale ma umiliante, per se e per tutto il genere femminile. E come lei hanno accettato tutte le veline seminude, le ragazze nella scatola, le Brave Giovanne in cima alla scala, tutte coloro che vanno in tv a interpretare ruoli che ci fanno tornare indietro di 50 anni, ruoli che imprimano nella nostra mente il concetto che la donna è un giocattolino compiacente.


È anche una loro responsabilità il fatto che l'immagine della donna in tv è quella che è. Ci sono uomini che non accetterebbero di essere il testimonial di una pubblicità di lassativi, o di eiaculazione precoce, ma molte donne non si fanno problemi a interpretare scenette da preludio di un film a luci rosse. Perché?

Woman's Army Corps

Prime donne piloti

Ma quello che più mi spaventa è che siamo sempre giudicate in tv, mi piacerebbe prendere un campione di uomini comuni, portarli in un programma tv e sottoporli davvero al giudizio di qualche Personal stylist, io credo che al terzo: "Ma vai in giro così? Non si può vedere!" Uno di loro inizierebbe a prenderlo a cazzotti. In questo gli uomini sono assolutamente meglio di noi. Si difendono, perché noi non lo facciamo?

Women's Air Service Pilot

Lorella Zanardo ci esorta ormai da tanto a riprenderci il corpo delle donne dalla tv, ma io vorrei che ci riprendessimo anche la nostra mente, perché non possiamo essere rappresentate solo come scemette e lascive. Non è una battaglia facile, ma è una battaglia che va combattuta prendendoci le nostre responsabilità, anche di noi che queste pubblicità le subiamo.




Maglioni con la zip

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Le cerniere sono una fantastica invenzione, prima tutti i capi si chiudevano con tanto bottoncini o laccetti, ci pensate? Adesso quanto tornate senza fatica sfilate semplicemente tirando una zip la giacca, i jeans, la gonna, il vestito, la felpa, il maglion... Eh no, il maglione no!
Speravo che fossero rimasti negli anni 2000, o in quel periodo della vita in cui l'abbigliamento deve essere il più sportivo possibile, invece mi capita ancora di vederli indosso a ignare signore, che non sanno che un capo analogo, ma abbottonato come un cardigan, farebbe apparire il loro look 100 volte meno sciatto.


Per prima cosa ci sono due tipi di maglioni con la zip, il primo tipo, meno terribile, è quasi riservato agli uomini. Sono quei maglioni con il collo alto aperto da una zip, passabili in un uomo, un po' meno in una donna, perché spesso non sono affiancati e hanno un restringimento infondo che vi fa apparire un po' troppo tondeggianti.


Il secondo tipo invece, è il maglione che con una cerniera si apre completamente, da cima a fondo. Poco importa come è fatto lo scollo e come il fondo, anche se più entrambi sono stretti più l'effetto sacchetto avanza, ma è proprio questa zip rigida, affiancata al tessuto morbido di lana o cotone, che sembra godere di vita propria. Si inarcherà sul seno, e sporgerà in avanti, anche se siete poco prosperose, e poi spunterà di nuovo in fuori in basso dalla vita, specie quando siete sedute, creando una pancia che assomiglia più ad un alien. 



Di solito è una zip in acciaio, ben visibile, e gli stessi dentini che decorano fantasticamente una giacca di pelle, a contatto con la lana sono spaesati e più aggressivi, quasi stessero per mangiarsi ogni filo che si avvicina. Il peggio che può succedere poi è che la zip di incastri, tiri qualche filo e il maglione diventa irreparabilmente da buttare... Ho scritto il peggio? Ho sbagliato, questa è la cosa migliore che vi può capitare.


C'è solo un capo peggio del maglione con la zip, la camicia con la zip, non fatemi andare oltre vi prego.


Come abbinare il celeste

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Negli ultimi quattro anni la moda si è divertita a tirare fuori una tonalità improbabile e dipingerne tutte le vetrine. Improbabile non tanto per il colore in sè, ma per il fatto che era un colore che da decenni era rimasto nelle scatole di pennarelli per bambini e nulla più. Forse sarà colpa di Pantone, ma quando scelgonouna tonalità è quella, ben precisa, si fa presto infatti a dire che va di moda il giallo infatti, ma quale giallo? Acceso? Lime? Canarino? Tenue?



Prima è toccato al verde acqua, o verde menta come lo chiamavano, poi è toccato al Borgogna (e non chiamatelo Bordeaux come faccio io o sarete bannate dal fashion web), ora va di moda il celeste.
Non azzurro, celeste. Già, perché io credevo di poter tirare fuori dall'armadio tutte le magliette azzurre di quando avevo 15 anni, io e la mia amica L. ci eravamo fissiate con quel colore, e tanto il seno non mi è mica più cresciuto da allora. 



Invece no, il colore di quest'anno è celeste. Tenue, freddo, è utilizzato per capi improbabili, mica per le magliettine mezze maniche. Ci sarà la giacca di pelle celeste (che Sonia porta così bene da farmi quasi considerare l'acquisto), la gonna a matita in neoprene celeste, il cappotto in panno celeste.

Sonia di Trend and The City

Sonia di Trend and The City

Sembra un colore facile, e sicuramente lo è più del viola che ci ha governato per lunghi anni, ma anche lui presenta delle insidie. È un colore freddo e tenue, quindi se volete andare sul sicuro abbinatelo a colori di queste due famiglie. Inutile dirvi che con bianco puro e grigio chiaro sta davvero molto bene, ma anche il rosa freddo e il giallo gli donano. Il nero farebbe troppo contrasto, il bluè molto meglio anche se ancora troppo scuro.



Se siete non proprio principianti potete provare a accostarlo anche a toni più caldi, panna, rosati e pescati e anche beige.


Lasciate perdere tutte le famiglie del verde, e quelle del viola, mentre il rosso, specie se a piccole dosi potrebbe non essere da scartare. Un colore con cui il celeste sta molto bene è il marrone, ma da un lato fa un po' poco primavera, e dall'altro vi sfido a trovare molti capi marroni dato che non va di moda da anni. Se scegliete di abbinarci capi in pelle lasciate perdere il cuoio che tende al giallo, meglio quelli più nude o più rosati, o addirittura marroni scuri.



Per i gioielli, andrete più sul sicuro su argento e pro bianco, dato che l'oro giallo è più caldo, oppure buttatevi su bigiotteria colorata e luccicosa, che richiami anche un po il celeste.


La difficoltà di abbinamento è data anche da un fattore fondamentale che getterà nello sconforto le sue affezionate: non è facile abbinarlo ai jeans, perché è lo stesso colore, o comunque troppo simile. E per quanto ogni tanto dicano che va di moda, il look tutto jeans dalla testa ai piedi dona solo al meccanico da calendario.



Un déjà vu di Crop Top anni 90

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Quando io ho iniziato a potermi scegliere qualche vestito da sola ero alle medie, nel pieno degli anni 90. Ve li ricordate gli anni 90? Salopette, magliette larghe infilate dentro pantaloni a vita alta, maglioni informi, il giubbotto con elastico in fondo, i fuseaux con la staffa... Vi ricorda qualcosa?



Il mio fisico, già periforme, era mortificato da questo modo di vestire, ma nei negozi non si trovava nient'altro, sembravo grassa, a me e alle mie amiche. Avevo una compagna di classe, una di quelle con sempre la battuta pronta e un po' tagliente, ma sotto sotto una ragazza molto dolce, anche se non con me ai tempi, lei aveva il fisico ossuto e longilineo, che assolutamente si abbinava a quegli abiti. Aveva anche però occhio per quello che ti stava bene, e non si faceva condizionare dalla moda.



Ricordo che un giorno, grazie a lei, scoprii la presenza del mio punto vita. Eravamo da Pimkie, l'unico negozio che nella nostra Genova non è mai fallito nè ha cambiato location, e tutte si stavano provando i top con ombelico scoperto, che allora non si chiamavano ancora crop top. Io vinsi la mia timidezza, e soprattutto il fatto che mia madre sarebbe stata contraria, e ne provai uno blu elettrico, messe maniche, che non mi copriva nemmeno tutte le costole. 



Mi ricordo ancora gli sguardi di stupore di tutte e la voce di questa mia compagna: "Devi assolutamente prenderlo, ti sta benissimo!" Non ebbi il coraggio e ne comprai uno un po più lungo che arrivava almeno al punto vita, ma sempre aderente.


Per gli anni successivi però, mentre le magliette si accorciavano fino al punto vita seppi che aderente e corto erano ciò che mi donava e che avrei potuto mettere in mostra senza remore la mia vita stretta.


Non lasciatevi spaventare dai vestiti, va di moda un modello che su di voi non avete mai visto? Provatelo, magari vi riserverà delle sorprese e se invece non vi cadrà bene dovrete solo toglierlo e provare il successivo, senza rimpianti però!

Trame di Storie per ogni forma del corpo

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A me piacciono le storie, le storie piene di emozioni di chi le ha vissute davvero, sono fatta così, se toccate la corda giusta mi emoziono fino alle lacrime, per questo ho accettato con gioia di parlarvi di questo progetto che unisce i vestiti e ne racconta tutto il loro percorso, dal cotone, al filato al momento in cui voi lo indossate. Credo che giorno migliore per parlarvene poi non ci sia, dato che oggi è il Fashion Revolution, giorno dedicato a chi cuce i nostri vestiti, e in che condizioni, dato che non sono in grado di parlarne io potete trovare più informazioni qui.




Quando ho sentito per la prima volta parlare di Trame di Storieè stato al Fashion Camp del 2013. Ascoltare Chiara parlare del progetto è stato coinvolgente, ho sentito subito che era un progetto di moda equo-solidale diverso dagli altri, e non solo per la passione di chi lo ha creato, ma anche per la cura nella scelta dei modelli, perché il modo per far sì che le donne acquistino qualcosa di cui si sa la provenienza e si sa che non sono state sfruttate, ma aiutate persone per farlo bisogna far sì che piaccia al numero maggiore possibile di donne.



Quando si parla di moda equo-solidale per prima cosa mi vengono in mente camicioni multicolori, gonnelloni fino ai piedi, ed uno stile quasi hippie che ovviamente non può adattarsi a tutti i gusti ed a tutte le forme del corpo. L'idea vincente di Trame di Storieè di proporre un capo originale, con materiali ed un processo di creazione certificato, che sia però adatto a diversi contesti e a diverse tipologie di donna.


Ma quali di questi abiti si possono adattare a ciascuna forma del corpo? Io ovviamente mi sono innamorata dei vestiti, molti infatti sono adatti ad una pera, ma alcuni possono donare anche a più donne diverse.

Trame di Storie - Abiti

Quello che poi non poteva non attirare la mia attenzione era una camiciola di seta molto bon ton, con il colletto alla peter pan e le maniche arricciate, sono infatti indecisa se acquistarla bianca, di modo da metterla dentro a tutte le mie gonna a ruota estive, o ciclamino come la vedete qui, sicuramente più bella, ma che non potrei abbinare alla mia nuova gonna rossa.
Trame di Storie - Top

Mi ha colpito infine la presenza di un bel paio di pantaloni a palazzo, o forse quasi più larghi che a palazzo, e degli shorts di una lunghezza adeguata e un bel taglio, non troppo corti per salire fino al gluteo quando ci si siede, e non troppo lunghi da tagliare la gamba.

Trame di storie - Pantaloni

Ora l'indecisione sta diventano eccessiva, cosa mi compro, i pantaloni a palazzo, la camiciola in seta o uno dei meravigliosi abiti? A voi cosa piace di più?

Come abbinare la gonna a Tubo

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Vi svelo un segreto, la gonna a tubo rischia di essere un capo terrificante, un modello dritto, rigido che dal bacino cade fino al ginocchio (oltre vi prego no), non ha molte chance sul fisico di nessuna, ma peggiora se il nostro bacino è più largo delle gambe, perché vi è più spazio perché la gonna ondeggi senza vita.

atlantic-pacific

atlantic-pacific

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Se è corta, a metà coscia o poco sotto diventa molto bella e portabile, se più stretta, a matita, è sempre un po' difficile da abbinare, ma accompagna bene la forma femminile.
A tubo no, a tubo è davvero terribile. Ma mettiamo il caso che nel vostro armadio stazioni una gonna del genere, o che per motivi di dress code siate costrette ad indossarla, vediamo quali sono i tessuti e gli abbinamenti che la rendono più portabile.


Più è rigida, meno è donante, quindi dal jeans, al velluto a coste, al panno molto duro, passando per cotone che se sottile si spiegazza ed è ancora peggio, per arrivare a sete o finte tali che, data la morbidezza, quasi non sembrano gonne a tubo.



Se davvero desiderate indossarne una rigida, l'importante è cercare di smorzarla, usare tessuti morbidi, sia al tatto che alla vista come l'angora, o il poliestere finta seta. Niente di oversize, ma e nemmeno troppo lungo, meglio se il capo che scegliete non oltrepassa le creste iliache. Maglioni portati a pelle (o con una maglietta sopra che non si veda), e bluse morbide sono l'ideale, decidere se indossarli dentro o fuori dipende dal vostro punti vita, ma se sono dritti indossati fuori rischiano sempre l'effetto sacco. Meglio invece evitare le camicie appunto per non aggiungere rigidezza.



Potete continuare a smorzare i toni anche scegliendo con colori tenui o caldi, ma evitate invece le calze lavorate, la gonna già rende più tozza qualunque figura, e non abbiamo bisogno di allargare ulteriormente le gambe. Per lo stesso motivo no a tutte le scarpe che tagliano la gamba, meglio una francesina intonata alla calza, una décolleté, o una scarpa bassa, anche se un po' di tacco sarebbe auspicabile), ma niente ankle boot. Nemmeno gli stivali in pelle sono adatti per evitare di aggiungere rigidità anche sotto, se invece trovate un modello scamosciato che aderisce bene al polpaccio senza fare pieghe non si penalizza troppo la gambe.


La sua forma non crea molti problemi con i soprabiti se non fosse per la lunghezza, modelli dritti infatti vanno bene ma devono arrivare all'orlo, o solo poco sopra. Un soprabito che arriva a metà coscia può passare inosservato solo se dello stesso colore della gonna, e quelli più corti specie se a giubbotto davvero non si abbinano bene a questo modello, a meno che non siano molto avvitati quasi simili a un blazer. Infatti questa è la gonna adatta alle giacche da tailleur e blazer, essendo molto semplice non crea problemi con nessuna giacca. Meglio comunque orientarsi su modelli più affiancato e dai tagli leggermente curvi, e che arrivino più o meno a metà del vostro lato B.



Vedremo poi più avanti come ogni forma possa indossare questa gonna con qualche accorgimento.

Ho comprato casa

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Perchè le belle notizie vanno condivise, e ormai un terzo del mio tempo libero era assorbito da più di un anno nella ricerca, osservazione di annunci immobiliari, visite e qual'altro. (ho scritto anche un post lungo/ebook sull'argomento, che non so se avrò il coraggio di pubblicare).

Non è una villetta con il portico, non è un attico a Soho, o un piccolo Cottege stile Jane Austen, ma non è nemmeno una casa sull'albero o un castello diroccato.

miss southern prep

nycgo

dustjacketattic

È abbastanza grande per tutte le nostre passioni, e per raggiungerla bisogna avere gambe buone o una macchinina sottile. Genova è così, se ti compri il suv devi avere un amico carrozziere.


kenny barker

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Non mi trasformerò certo in una Home-Blogger, anche perché le finanze ci conducono in un unico posto che inizia per I e finisce per kea, inoltre il mio fidanzato ha molto più gusto di me se si tratta di design e quindi avrà quasi carta bianca, però sui miei account di instagram e pinterest troverete un po' più di foto di arredamento.
Ovviamente il quasi era d'obbligo, dato che poi a me piace lo shabby, a lui i mobili moderni... Vedremo poi chi vincerà!

Abbinare la Gonna a Tubo per la Donna a Pera

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Ormai ne siamo consapevoli, la gonna a tubo non è tra le migliori amiche della donna a pera, anzi, probabilmente è la gonna che meno le dona in assoluto, ma poniamo che vi siate intestardite su questo modello o dobbiate indossarlo per forza.


Conoscete già tutti gli altri capi da scegliere adatti alla vostra figura, e i trucchi per apparire più proporzionate. Non vi resta che metterli in pratica per smorzare l'effetto "tronco" di questo capo. Laura di Pursus and I pur essendo molto magra conosce bene il suo fisico, infatti questa è l'unica foto in cui sono riuscita a beccarla con una gonna a tubo.
Avete due possibili alternative per creare l'abbinamento migliore per questa gonna. Il primo dei due, il più difficile, è clessidrivizzarvi (lo so che mi sembro crozza che imita maroni, ma la parla che rende l'idea). Rendere cioè il vostro busto più ampio di modo che appaia proporzionato ai fianchi. È una cosa che la donna a pera fa già utilizzando i colori chiari e gli scolli a barca, ma in questo caso proveremo a farlo anche con i volumi. Funzionerà meglio se la vostra sproporzionate non è molta (una taglia di differenza tra sopra e sotto) o fate parte di una delle variazioni, magre, con spalle larghe o con seno.
Bisognerà scegliere una maglietta, o ancora meglio una blusa, morbida, con le spalle leggermente segnate e lo scollo tondo o a barca, e indossarla dentro la gonna. Si sovrappone un cardigan corto, con elastico in fondo abbottonato solo sotto e anch'esso non troppo aderente intorno al seno. Lo stesso effetto si può ottenere con un maglione, ma è molto più difficile trovare un modello che sia aderente in vita a morbido nella parte alta. Colori assolutamente chiari e magari anche stoffe un poco rilucenti, la gonna invece sarà scura ovviamente, per cercare di non ampliare troppo i fianchi.


La seconda modalità anche è leggermente diversa dai consigli che do alla pera, perché a gonne estreme estremi rimedi. Si può infatti coprire il lato B, ma attenzione, per farlo è assolutamente necessario: segnare molto il punto vita, e che il capo non vada oltre un terzo del sedere, metà solo se dello stesso colore. Si sceglierà quindi una maglietta fasciante sul torace con una leggera baschina non troppo sparata, una camicetta avvitata con le ruches e le maniche a sbuffo (per ampliare le spalle), sopra potete indossare qualcosa di avvitato, meglio ancora un cardigan leggermente più corto. Lo stesso effetto lo si può ottenere anche solo con il cardigan o, in maniera ottimale, con un blazer, le cui spalline andranno a ricreare una vera proporzione.


Con una collana luccicante e una scarpa con il tacco si può sicuramente migliorare ancora la riuscita. Mantenendo il solito trucco di scegliere scarpa e calza dello stesso colore, o di indossare una scarpa beige o nude per non staccare dalla vostra gamba nuda. Giacche, trench e cappotti potranno finalmente nascondere la gonna quindi scegliete i modelli avvitati e svasati che più vi donano.


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